«Il verbo leggere non
sopporta l’imperativo, avversione che condivide con il verbo “amare”… il verbo “sognare”…»
In questo incipit,
Pennac concentra una grande verità: non si può obbligare nessuno a leggere così
come non lo si può obbligare ad amare. Ed è altrettanto vero che l’amore per la
lettura spesso sorge nei bambini se li si affascina giorno per giorno con il
piacere di ascoltare le avventure contenute in quei misteriosi oggetti chiamati
“libri”. Verrà il giorno in cui – probabilmente – quello che era un ascoltatore
di storie vorrà diventare un lettore di storie. Probabilmente, ma non
sicuramente. Quel che è certo è che bisogna lasciare i bambini liberi di
ascoltare quelle storie perché le vivano a modo loro e le sognino a modo loro.
Liberi, sì, affinché un giorno possano diventare lettori; liberi nel senso che
non vanno schiacciati sotto il peso delle aspettative genitoriali o sotto
quello dell’ansia da comprensione del testo. Allo scopo di difendere genitori e
figli da questi pericoli, Pennac ha stilato un decalogo che declama a gran voce
i diritti imprescindibili del lettore:
1.
Il diritto di non leggere
2.
Il diritto di saltare le pagine
3.
Il diritto di non finire un libro
4.
Il diritto di rileggere
5.
Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il
diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7.
Il diritto di leggere ovunque
8.
Il diritto di spizzicare
9. Il
diritto di leggere a voce alta
10. Il
diritto di tacere
Personalmente, ho
usufruito (e continuo a usufruire) di tutti e dieci i diritti con grande gioia
e senso di libertà.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per essere passato/a di qua. Cosa pensi di questo post? Lasciami un commento e ti risponderò al più presto!!!