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LA BELLEZZA

mercoledì 13 novembre 2019

ANDREA MANTEGNA - RIVIVERE L'ANTICO, COSTRUIRE IL MODERNO


Ieri (Martedì 12 Novembre 2019), ha avuto luogo a Palazzo Madama (Torino) la prima conferenza di presentazione della mostra su Andrea Mantegna [Isola di Carturo (Padova) 1431 – Mantova 1506] che aprirà al pubblico il 12 Dicembre 2019 e sarà visitabile fino al 4 Maggio 2020. La mostra, promossa dalla Fondazione Torino Musei e da Intesa Sanpaolo, è organizzata da Civita Mostre e Musei.
Da Sx: Dott. Alberto Rossetti, Michele Coppola, Dott. Guido Bolatto, il Presidente Maurizio Cibrario
Alla conferenza sono intervenuti: il Presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario,
Michele Coppola in qualità di responsabile dei beni archeologici storici e artistici del Gruppo Intesa,
il Dott. Guido Bolatto in veste di Segretario Generale della Camera di Commercio di Torino
e il Dott. Alberto Rossetti, in rappresentanza di Civita Mostre e Musei.
Il filo conduttore è stato - ed è – chiarissimo: l’esposizione è una grande occasione culturale per la Città di Torino. La mostra ospiterà, infatti, circa 130 opere di grandissimo valore artistico, nonché storico, frutto di una enorme cooperazione nazionale e internazionale. Un riconoscimento speciale va attribuito ai curatori, agli organizzatori e ai finanziatori per la loro capacità di allestire il “palco” di questa imperdibile esposizione, poiché tale allestimento è avvenuto in tempi relativamente brevi: in soli 18 mesi, infatti, l’idea ha preso forma e consistenza, diventando un progetto concreto.
Entrando nei dettagli, ecco cosa attenderà i visitatori…
Il percorso della mostra sarà preceduto  e integrato, nella Corte di Palazzo Madama, da uno spettacolare apparato di proiezioni multimediali su maxischermi che forniranno una visione a 270° delle immagini: agli spettatori sarà data l’occasione di fare un’esperienza immersiva nella vita, nei luoghi e nelle opere del Mantegna; lo scopo di tale impianto scenico è, naturalmente, quello di rendere accessibili anche quei capolavori che, per la loro ubicazione, per la loro natura o per il delicato stato di conservazione non potranno essere presenti – fisicamente - in mostra. Sarà, pertanto, possibile godere della Cappella Ovetari di Padova, della celeberrima Camera degli Sposi, passando per la sua casa a Mantova fino ad arrivare al grande ciclo all’antica dei Trionfi di Cesare pur senza doversi muovere da Torino.
Per rendere ancora più suggestivo e completo il percorso espositivo, un prestigioso comitato scientifico internazionale[1] ha deciso di integrare alle opere del Mantegna anche capolavori dei maggiori protagonisti del Rinascimento che furono in rapporto con lui. Saranno presenti, pertanto, opere di Donatello, di Antonello da Messina, di Pisanello, di Paolo Uccello, di Giovanni Bellini, di Cosmè Tura, di Ercole Bonacolsi detto l’Antico e infine il Correggio. Accanto a dipinti, disegni e stampe del Mantegna, saranno esposte opere fondamentali dei suoi contemporanei, così come sculture antiche e moderne, dettagli architettonici, bronzetti, medaglie, lettere autografe e preziosi volumi antichi a stampa e miniati.
La mostra, articolata in 6 sezioni, è stata resa tanto corposa grazie a un cospicuo contributo internazionale, ovvero prestiti artistici da alcune delle più grandi collezioni del mondo, tra cui il Victoria and Albert Museum di Londra, il Musée du Louvre e il Musée Jacquemart André di Parigi, il Metropolitan Museum di Ney York, il Cincinnati Art Museum, il Liechtenstein Museum di Vienna, lo Staatliche Museum di Berlino, oltre a prestiti di numerose collezioni italiane, tra cui le Gallerie degli Uffizi, la Pinacoteca Civica del Castello Sforzesco, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, l’Accademia Carrara  di Bergamo, il Museo Antoniano e i Musei Civici di Padova, la Fondazione Cini  e le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Museo di Capodimonte di Napoli, i Musei Civici di Pavia, la Galleria Sabauda e il Museo di Antichità di Torino, i Musei Civici, il Seminario Arcivescovile e la Basilica di Sant’Andrea a Mantova.
Ognuna delle 6 sezioni è stata allestita con lo scopo di illustrare momenti particolari della carriera di Andrea Mantegna e di approfondire la sua personalità artistica, facendo luce anche sul suo rapporto con l’architettura e con i letterati, temi – questi – solitamente poco indagati. Dell’artista - noto per la passione per l’antichità classica, le ardite sperimentazioni prospettiche e uno straordinario realismo nella resa della figura umana – verranno, dunque, svelati aspetti in grado di ritrarlo nella maniera più completa possibile.
I visitatori potranno inoltre usufruire delle audioguide  in ben 3 lingue: Italiano, Inglese e Francese.
Un’esposizione così colossale che durerà quasi 5 mesi rappresenta un’occasione imperdibile per conoscere una grande fetta dell’Epoca Rinascimentale!


[1] Comitato scientifico internazionale della mostra: curatori Sandrina Bandera e Howard Burns, con Vincenzo Farinella come consultant curator per l’antico, insieme a Laura Aldovini, Lina Bolzoni, Molly Bourne, Caroline Campbell, Marco Collareta, Andrea Di Lorenzo, Caroline Elam, David Ekserdjian, Marzia Faietti, Claudia Kryza – Gersch, Mauro Mussolin, Alessandro Nova, Neville Rowley e Filippo Trevisani.

lunedì 16 settembre 2019

"L'ORA DI LEZIONE" di Massimo Recalcati, Edizioni Einaudi.


Non si può sapere tutto il sapere, questo è vero, ma è vero anche che l’insegnante rimane una figura indispensabile e – soprattutto – insostituibile all’interno del circuito scolastico di insegnamento-apprendimento. Questo accade perché un bravo insegnante è colui che sa far esistere mondi e ha la capacità di mostrarli ai propri allievi. Purtroppo, però, la Scuola sta perdendo la propria funzione primaria, ovvero quella di indurre allievi e insegnanti (sì, anche gli insegnanti) alla fascinazione erotica dell’apprendimento.  Un vero insegnante, infatti, è sempre un “portatore di vuoto” che non smette mai di imparare, anche mentre insegna, che non smette mai di avvertire quel “vuoto” dentro di sé e – di conseguenza – non smette di trasmetterlo ai propri allievi. Una “vera” Scuola, per essere considerata tale, si dovrebbe avvalere di insegnanti di questo tipo, ma le cose sono cambiate. Da molto tempo, sono cambiate, e Recalcati ci spiega in che modo e perché, ma – soprattutto – ci spiega come riportarla all’antico splendore, quello splendore che metteva in primo piano l’amore per la sapienza.
Oggi si insegna ai ragazzi ad essere efficaci ed efficienti nelle loro performance, a raggiungere livelli standard di prestazioni perché siano preparati a soddisfare le esigenze di un mondo che lavora, ormai, come un grande mercato in cui tutti sono merci, valutabili a seconda del vantaggio economico che possono portare allo Stato e alle Istituzioni. La Scuola stessa è un’Istituzione, una sorta di estensione  del mondo lavorativo e – certamente - non della Vita. In questo contesto che ruota intorno alla valutazione della resa in termini economici, di produzione e spendibilità degli esseri umani anche il sapere ha cambiato faccia, diventando utilitaristico, superficiale e nozionistico. In più, sono andati perduti gli scarti generazionali tra insegnanti e allievi così come quelli tra genitori e figli.
La Scuola dovrebbe incentivare il desiderio di sapere, mobilitarlo, e – per farlo – dovrebbe, innanzitutto, rendere erotico il sapere. La passione per qualcosa è ciò che ci induce a cercare di saperne di più, sempre di più, arrivando a innescare un circolo virtuoso nel quale l’insegnante detiene il compito di trasformare il sapere in oggetto erotico, e se stesso in “veicolo” di questa “erotizzazione” (o – mi permetto di azzardare – in “soggetto erotizzante”). Il circolo virtuoso è – di per sé – molto semplice e molto complesso, nello stesso tempo, in quanto è un meccanismo in cui più si apprende, meno si conosce; meno si conosce, più si cerca di colmare quel “vuoto” al proprio interno; più si cerca di colmare tale vuoto, più si scopre; più si scopre, più si scopre di non sapere e si amplifica il desiderio di ricerca. E, più questo avviene, più si apprende, dando il “via” a un nuovo ciclo.
Per poter trasmettere una cosa è, però, condizione necessaria che si sia fatta esperienza in prima persona di quella cosa. Va da sé che l’insegnante stesso dovrebbe aver potuto conoscere “l’erotica dell’apprendimento” per poter trasmettere “l’erotica nell’insegnamento”… Affidandosi, naturalmente, ad uno stile personale (fatto di tutte le influenze che ha ricevuto nel corso del tempo), attraverso la “carne” della parola, ovvero la voce. Nel far ciò, però, bisogna stare attenti a non incorrere nelle due trappole più pericolose: la prima è tesa dall’illusione che l’insegnante sia portatore della Verità Assoluta; la seconda, invece, è tesa dall’equivoco che sia l’insegnante stesso  l’oggetto erotico. Nessun sapere, infatti, costituisce La Verità e nessun maestro può trasmettere La Verità Assoluta attraverso l’insegnamento del proprio sapere. Ed è, inoltre, necessario ricordare che il maestro, l’insegnante, è solamente un “ponte” tra l’allievo e il sapere, un mezzo per trascendere l’abisso dell’ignoranza. Un vero maestro è colui che sa instillare il desiderio di sapere, il bisogno di cercare; un vero maestro è colui che crea il vuoto nell’allievo per far sì che si metta in moto, in lui, il meccanismo per colmarlo, ovvero la Ricerca. Dunque che cosa è l’Eros? L’Eros è, nella sua accezione più antica e nobile, il potere attrattivo della conoscenza. Il sapere, come oggetto erotico, sprona l’allievo a cercarlo e la Ricerca dà grande piacere, pertanto il sapere è sia la causa sia l’effetto di un’azione piacevole o – se vogliamo – del piacere stesso.
In questo senso, la Scuola come Istituzione potrebbe essere considerata – passatemi l’ossimoro – un freno-propulsore, ovvero qualcosa che nelle proprie rigide regole/imposizioni ha la chiave per trasgredirle, per trascenderle; lo sprone alla Ricerca. Perché gli studenti non sono vasi da riempire di nozioni, ma persone da incuriosire e gli insegnanti non sono automi, ma "alimentatori" di curiosità!
“Ci hai insegnato che il desiderio senza impegno è solo un capriccio e che l’insicurezza aumenta con il sapere e non viceversa, perché non c’è sapere che possa assorbire integralmente la vita, perché la ricerca autentica aumenta i dubbi senza avere mai la pretesa di risolverli”. (Pag. 139)

giovedì 29 agosto 2019

A proposito di... MOSTRE!




L’Italia del Rinascimento. Lo splendore della maiolica”, una bellissima mostra allestita nella Sala del Senato di Palazzo Madama, a Torino. I capolavori esposti (oltre 200 pezzi, provenienti sia da collezioni private sia dalle raccolte di Palazzo Madama) saranno in mostra fino al 14 ottobre 2019. Colori brillanti, immagini vivide, tematiche emozionanti caratterizzano l’esposizione. Rimarrete incantati!





Due mostre in una, entrambe magnifiche, per viaggiare attraverso grandi scoperte scientifiche – come i raggi x e la radioattività – e l’invenzione di tecnologie quali, ad esempio, la tomografia computerizzata, l’ecografia, la risonanza magnetica e la PET. Un percorso che porta i visitatori ad addentrarsi fin nelle profondità del cervello umano, a scoprire come stiamo lavorando per “riparare” i corpi, ricreando arti e organi artificiali e costruendo macchine in grado di riprodurre i nostri comportamenti nonché di imparare. Ingegneria bionica, Intelligenza Artificiale, tecniche e apparati medici sempre più sofisticati. Le numerose esperienze interattive sono il fiore all’occhiello della mostra “UOMO VIRTUALE”.
Meravigliosa anche l’integrazione dell’ala dedicata al rapporto tra “Supereroi e Radiazioni” (curata dall’Associazione Italiana di Fisica Medica AIFM – in collaborazione con WOW Spazio Fumetto, il Museo del Fumetto di Milano). Nella mostra, il rapporto tra i supereroi della Marvel e le radiazioni viene raccontato prendendo spunto dai personaggi stessi, ripercorrendone origini, poteri e avventure, in parallelo all’evoluzione tecnologica avvenuta nell’impiego  delle radiazioni da parte del Fisico Medico, ovvero una sorta di “moderno supereroe”.
Una mostra  quest’ultima – adatta a tutti, appassionati di fumetti e non.
La scienza e la tecnologia tra curiosità, esperienze pratiche e ottime spiegazioni.
Al Mastio della Cittadella, a Torino, fino al 13 ottobre 2019.