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LA BELLEZZA

mercoledì 15 maggio 2019

Mark O'Connell al Salone del Libro di Torino


Quando ho saputo che al Salone del Libro di quest’anno sarebbe intervenuto anche Mark O’Connell (al centro) non ho resistito e ho assistito alla sua intervista tenutasi sabato 11 alle ore 16,00 nella sala Azzurra. Un compito arduo, ma assolto egregiamente, è toccato a Francesco Guglieri, incaricato di commentare il movimento del Transumanesimo insieme all’autore di “Essere una macchina”.

“Il Transumanesimo punta a condurre l’uomo verso una condizione post-umana, fatta insieme di protesi, criogenetica, upload della mente e, forse, immortalità. Mark O’Connell ci accompagna in un mondo che si muove sul confine che separa la ricerca più avanzata e l’illusione”.
Se vi siete persi l’incontro, troverete qui di seguito i punti salienti. (Disclaimer: poiché mi è impossibile riportare parola per parola domande e risposte, ho fatto un/a sunto/ricostruzione  dei dialoghi che fosse in grado di delineare i concetti nel modo più fedele ed esaustivo possibile). Buona lettura.
Il dualismo del Transumanesimo…
Il bisogno di scrivere “Essere una macchina” è scaturito dalla nascita del figlio. Diventare padre, infatti, gli ha portato tanta gioia, ma anche una discreta dose di ansia: ansia nei confronti di un futuro ignoto e ansia per via della pericolosità del mondo di oggi. (Gli è riuscito spontaneo il parallelismo con le vicende di Prometeo, a quel punto.) Ha dichiarato di non trovarsi d’accordo con le idee del Transumanesimo, tuttavia si sente affascinato dal sapere che ci sono molte persone impegnate nel combattere battaglie contro la morte. O’Connell ha raccontato questo mondo di “guerrieri” partendo dagli esperimenti di crioconservazione che si stanno svolgendo alla ALCOR. Esperimenti al limite della visionarietà o della truffa (a seconda di come si intenda considerare la questione). D’altronde, il voler conservare il proprio corpo rappresenta un vero e proprio atto di fede: nei confronti della scienza e della tecnologia, chiaramente, ma pur sempre di fede si tratta; una fede/fiducia che tende a scadere nell’irrazionalità. Questo dualismo (o contraddizione) ha portato O’Connell – durante la visita alla ALCOR – a provare sensazioni contrastanti, nello specifico si è trattato sia di sacralità sia ci comicità. In fondo, però, il Transumanesimo ha anche una componente nostalgica (poiché è  fortemente radicato nel passato) e una componente di ottimismo (legato alla tecnologia e, in particolar modo, all’idea di poter “uploadare” la coscienza all’interno di computer/macchine). I Transumanisti ritengono che questo possa rappresentare un valido mezzo per superare i limiti imposti da un corpo fatto di carne e ossa. Il confine tra razionale e irrazionale, tra ragione e pazzia è molto sottile  perché dobbiamo considerare il fatto che, se l’upload riuscisse davvero, rappresenterebbe la fine dell’essere umano così come lo conosciamo. Il Transumanesimo è fantascienza che si traspone nella realtà, è un movimento in cui  fiction e non-fiction hanno confini molto sfumati…
Inadeguatezza e responsabilità…
Mark O’Connell ha una formazione umanistico-letteraria, eppure – nonostante la propria impreparazione scientifica - ha scelto di raccontare un fenomeno tanto strettamente legato alla scienza e alla tecnica. Quando gli è stato domandato il perché abbia preso questa decisione e si sia dedicato a questo progetto, l’autore ha risposto che – per lui – è stata un’opportunità. Si è sentito un pesce fuor d’acqua, un estraneo scarsamente equipaggiato e quasi totalmente privo di strumenti, ma – una volta iniziato il percorso – ha sentito di non potersi più tirare indietro e ha voluto  procedere, come per una sorta di senso di responsabilità nei confronti dei lettori. Ha capito che il suo lavoro di ricerca e reportage lo avrebbe trasformato in un “tramite”.
A proposito dell’Intelligenza Artificiale…
L’interrogativo di Guglieri verte sul destino futuro dell’umanità. Se le macchine arriveranno davvero a prendere il sopravvento sull’uomo – dice - non sarà tanto perché ci odiano, quanto – piuttosto -  perché ci vedono come risorse?
Attraverso le ricerche fatte per la stesura di “Essere una macchina”, O’Connell è arrivato a formulare un pensiero personale: non abbiamo certezze su ciò che accadrà, ma penso  che l’uomo stia costruendo macchine che non è in grado di capire! I Transumanisti sostengono che le macchine ci spazzeranno via, pertanto dovremmo porre dei “paletti” fin da ora per evitare che ciò accada. Ci sono dei reali pericoli in cui rischiamo di incorrere e la maggior parte delle paure nei confronti delle macchine riflette le paure del Capitalismo. C’è un sottile ma evidente collegamento tra Silicon Valley, New Economy, Capitalismo e Transumanesimo. Nella Silicon Valley c’è una grande cultura scientifico-tecnologica e gli investimenti in tale direzione sono molti e cospicui; in quel luogo l’apertura mentale rispetto a questi temi è ampia e nessuno deride le idee altrui per quanto bizzarre possano essere.
L’Intelligenza Artificiale apre due prospettive all’interno della Silicon Valley: una è quella utopica, l’altra è quella distopica. O’Connell non crede che si arriverà ad allungare la vita all’infinito ed è maggiormente orientato sulla visione distopica, ma ritiene sia possibile che qualcuno (dotato di grandissime disponibilità economiche) giunga a vivere un po’ più a lungo…
Alla domanda: “Vuoi essere una macchina?”, la risposta di O’Connell…
“Non sono tanto contento di essere mortale, ma sono contentissimo di non essere caricato su un supporto tecnico!”

Per approfondire:
-   “Essere una macchina” di Mark O’Connell, Adelphi.
-   “CyberUomo – Dall’Intelligenza Artificiale all’ibrido uomo-macchina”, di Enrica Perucchietti, Arianna Editrice (Gruppo Macro). “L’alba del transumanesimo e il tramonto dell’umanità” in uno splendido libro 4D presentato al Salone del Libro domenica 12 nella sala Avorio.

Un libro che va oltre la carta grazie all’introduzione di contenuti multimediali extra.
“Lo scopo del saggio è far conoscere al grande pubblico il pensiero transumanista, ancora sconosciuto ai più e aprire un dibattito sulle possibili conseguenze che tali ricerche possono comportare per l’intera società”. P. 16
“Siamo vittime inconsapevoli di un progetto di transumanizzazione volto ad abbattere la natura (e persino la morte!) e a riscrivere i limiti umani? Quanto delle nostre scelte è davvero “libero” e non controllato e indotto? Fino a che punto siamo suggestionati e indottrinati, offuscati dall’entusiasmo di un progresso illimitato?” P. 18
“In queste pagine mi sono interrogata su come si possa desiderare di diventare una macchina, un cyborg. Un cyberuomo. […] Starà al lettore esercitare il proprio pensiero critico e trarre le proprie conclusioni generali”. P. 21
- Il problema della morte: testi a confronto.

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