ERANOS E LA TERAPIA DELL’ANIMA
Immortalità e
filosofia
Con Franco Ferrari
(“La via dell’immortalità. Percorsi platonici”, Rosenberg & Sellier), Fabio
Merlini e Federico Petrucci.
In collaborazione con
Fondazione Eranos.
Lo scopo di questa
Fondazione è sempre stato (fin dal 1933) quello di indagare un pensiero
interdisciplinare che avesse come oggetto di studio l’uomo in tutte le sue
sfaccettature.
Il libro di Franco
Ferrari ha, pertanto, due scopi:
-
Divulgazione (ad un livello molto
alto, ma non ancorato a tecnicismi);
-
Ricerca.
Il tema è, sì, quello
dell’immortalità, ma c’è anche molto altro.
Per quanto riguarda
l’immortalità, innanzitutto è necessario sottolineare i due tipi di immortalità
trattati:
-
Immortalità dell’anima;
-
Immortalità della persona.
Sette sono in tutto i
capitoli del libro, capitoli che rimandano al pensiero di Platone (sul tema
dell’immortalità), uniti da tre punti:
1.
Immortalità dal punto di vista
filosofico, non religioso;
2.
La vera immortalità non è quella della
trascendenza, ma è una cosa che pratichiamo (e coltiviamo) giorno per giorno,
attraverso un processo di “immortalizzazione”;
3.
Un quadro molto chiaro che va oltre il
teoretico.
L’immortalizzazione è
un nostro modo per entrare in contatto con il divino. È una pratica che avviene
in vita e si attua attraverso la filosofia. Perché in vita e non oltre la vita?
Perché, secondo Platone, l‘anima non è personale, ma intelletto puro, privo di
qualsivoglia memoria individuale. In altre parole, l‘immortalizzazione consiste
nel superamento della condizione umana mentre si è ancora in vita (perché
essere immortali non significa vivere in eterno), arrivando alla conoscenza più
alta attraverso la filosofia; attraverso la valorizzazione di ciò che di divino
è presente in noi (ossia l’intelletto, la Psyché)
possiamo, dunque, arrivare a fonderci con il divino. Il nostro “radicamento”, infatti, non è qui,
sulla Terra e nelle cose terrene, ma nel divino.
Che cosa è il divino?
Il divino è una “sfera” formata da tanti ambiti, tra i quali spicca quello
della conoscenza. Per diventare immortali è necessario, secondo Platone,
purificarsi dalle pulsioni, dai desideri e dalle passioni (che appartengono al
corpo dell’essere umano e sono la cosiddetta componente irrazionale) e valorizzare
la componente razionale. Platone aveva, nei confronti dell’uomo, una doppia
considerazione: da una parte pensava che fosse destinato a soccombere alle
pulsioni terrene, dall’altra riteneva che potesse essere “educato” (attraverso
la Paideia). Comunque sia, non si
tratterebbe di un processo strettamente individuale.
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