“L’incredibile storia di Soia e
Tofu” è un libro estremamente particolare in quanto racconta sia le vicende di
due gatti dal loro punto di vista, sia le vicende degli esseri umani dal punto
di vista dei due gatti, sia le vicende dei gatti dal punto di vista degli
esseri umani. Soia e Tofu – questi i nomi dei due gatti in questione – sono la “rappresentazione
felina” del mondo degli umani (ren[1])
e della Cina moderna. Una Cina iper-affollata
con tutte le problematiche che ovviamente ne conseguono tra cui un’economia
difficoltosa, uno stretto controllo delle nascite, epidemie, un’enorme divario
tra le classi sociali, una forte corruzione, nonché una continua circolazione
di denaro “sporco”. Soia e Tofu sono gatti, quasi personificati, che dipingono
un quadro delle due macro-categorie di umani presenti nel mondo: quella dei
ricchi (o benestanti) e quella dei poveri; classificazione – questa – che vale
anche per il mondo felino nel quale esistono i gatti di casa e quelli randagi.
La storia dei due piccoli amici a quattro zampe di questo libro ci permette di
andare più a fondo nella comprensione del comportamento di noi esseri umani.
Infatti piccole/grandi perle di saggezza sono qui incastonate come pietre
preziose in un elegante monile e costituiscono la base per riflessioni profonde
circa il comportamento dell’uomo sia verso i propri simili sia verso gli
animali. Questi ultimi, in particolare, sono eretti a creature dall’enorme
importanza – da alcuni ren – e declassati
a semplici, comuni e inutili bestie da macello, facilmente sacrificabili – da altri.
Ancora una volta sono gli animali –
con il loro linguaggio semplice e genuino – a dare una lezione di vita agli
esseri umani così ottusi e così legati al denaro e al potere che da esso deriva, tanto da mettere in pericolo la vita di poveri innocenti. Fortunatamente,
grazie alla storia creata dall’autrice (Pallavi Aiyar), viene mostrata ai
lettori anche l’altra faccia della medaglia, cioè quella di chi si scaglia
contro questa corruzione e mantiene saldi i valori e principi morali
ineccepibili, amando e proteggendo le creature indifese. Così facendo l’autrice
ci parla non soltanto dell’amicizia tra umani e animali, ma anche dell’amicizia
tra gli animali e della loro capacità di
lottare sempre e comunque per il bene comune e non per puro egoismo. Questo
libro, però, non è una semplice e netta classificazione tra i pregiudizi degli
esseri umani e l’amore incondizionato che i nostri amici a quattro zampe ci
offrono, ma una più complessa e meno stereotipata visione dell’interazione tra
questi due generi (quello umano e quello animale); pertanto si dimostra un
libro efficace per comprendere un tassello in più nel puzzle degli esseri
umani.
Un libro consigliato per chi ama
gli animali e per chi li odia, cosicché – leggendolo – possa imparare ad
amarli.
[1] I termini in lingua cinese non sono un semplice
contorno, ma creano un’”ambientazione” più realistica tanto che, se non ci
fossero – paradossalmente – il lettore non proverebbe le stesse emozioni nell’accostarsi
alla storia di Soia e Tofu.
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