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LA BELLEZZA

venerdì 23 febbraio 2024

Nascita de "Il giocatore" di Dostoevskij

 

F. Dostoevskij, "Il giocatore", Garzanti.

Quella che segue non è una recensione de “Il giocatore” di Dostoevskij, bensì una narrazione delle circostanze che hanno portato alla sua stesura. Le informazioni contenute in questo breve articolo sono tratte dall’edizione Garzanti del suddetto romanzo.

Nel 1863 Dostoevskij era stato lasciato dall’amante, Apollinarija Suslova, cosa che aveva rappresentato una cocente – se non la più cocente – delusione sentimentale della sua vita e lo aveva indotto a pensare che mai più sarebbe stato amato da una donna. Nel 1864 erano morti – a poco tempo l’una dall’altro – la prima moglie Marija Dmitrievna e l’amatissimo fratello Michail, con il quale aveva fondato prima la rivista “Vremja” e poi, dopo la proibizione di questa, “Epocha”. Nel ’65 anche “Epocha” era stata proibita dalla censura, lasciando lo scrittore in una situazione finanziaria disperata. A giugno dello stesso anno, infatti, i creditori gli sequestrarono i mobili e lo costrinsero a fuggire all’estero per sottrarsi alla carcerazione.

Al suo ritorno in patria, D. lavora alla stesura di “Delitto e castigo”, ma i soldi che guadagna gli bastano appena per pagare i debiti. Nell’estate del ’65, proprio per far fronte a questi ultimi, aveva venduto a un editore malvagio e senza scrupoli i diritti a pubblicare la raccolta completa di tutte le sue opere. Nel contratto, però, era presente una clausola con la quale D. s’impegnava a consegnargli un romanzo di almeno dodici fogli a stampa per l’edizione delle sue opere; se non lo avesse fatto entro l’1 dicembre del 1866 l’editore sarebbe stato autorizzato a pubblicare per nove anni – gratis e a suo piacimento – tutti gli scritti di D., senza che quest’ultimo potesse reclamare alcun compenso. Impegnato com’era nella stesura di “Delitto e castigo”, D. arrivò a un mese dal termine ultimo stabilito nella clausola. Era con l’acqua alla gola, come si suol dire, dunque – su consiglio dell’amico Miljukov, ricorse all’aiuto di una stenografa, Anna Grigor’evna Snitkina, che poco tempo dopo diventerà sua moglie. Anna e Fëdor lavorarono febbrilmente per ventisei giorni e, prima della scadenza, il romanzo (“Il giocatore”) fu finito e consegnato a Stellovskij…

Centocinquanta pagine (circa) in meno di un mese… Dostoevskij sembrava dare il meglio di sé quando era messo alle strette!

La fretta è costata al romanzo dei difetti, questo è certo, ma rimane comunque un piccolo miracolo.

 

Consigli di lettura per saperne di più su Dostoevskij:

·        Anna Grigór’evna Dostoévskaja, “Dostoevskij mio marito”, Castelvecchi.

·        “Un certo Dostoevskij”, a cura di Pavel Fokin, con prefazione di Paolo Nori, UTET.


 


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