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LA BELLEZZA

mercoledì 25 maggio 2022

Massimo Recalcati, LA LEGGE DELLA PAROLA

 



 

LA LEGGE DELLA PAROLA – Radici Bibliche della Psicoanalisi

Massimo Recalcati al Salone Internazionale del Libro di Torino.

Appunti relativi all’incontro di Domenica 22 Maggio in Sala Oro.

Massimo Recalcati (foto di Manuela Barbagallo)

Dagli interventi di Massimo Recalcati al Salone del Libro e dai suoi testi si evince che la Psicoanalisi deriva ampiamente dalla Religione, con la quale ha molte cose in comune; tra queste cose, una spicca in modo particolare: la Legge. Nella Torah la prima espressione di tale Legge è quella della Separazione. Nella Genesi, nel Mito della Creazione, il Mondo nasce dal Desiderio di Dio, un Dio che genera  ogni cosa con la potenza della Parola. La Parola, dunque, essendo generativa, non è usata per comunicare bensì per creare; non nomina cose che già esistono, crea le cose. La Parola ha la potenza della Luce che estrae il Mondo dalle Tenebre. Come il Verbo coincide con l’atto della Creazione così la Psicoanalisi riproduce la stessa potenza della Parola. Infatti, quando un paziente descrive il proprio passato, non cerca  i ricordi nella memoria, bensì crea il suo passato, lo rende nuovo, sorprendente, lo porta alla Luce della Parola.

Dio genera attraverso la Parola, ma ciò che genera – per la suddetta Legge della Separazione – è separato da Dio, non si tratta del Suo prolungamento in quanto la Creazione è una donazione di Libertà alle creature. Non c’è creatura senza Creazione ma la creatura è libera perché Dio, creandola, ne crea la liberazione. Dio crea il mondo, ma il creato è senza Dio. Adamo (l’essere umano) è solo, perciò depresso, perché non può parlare con nessuno; nomina le cose, ma è un processo unidirezionale. Dio risponde con la creazione di Eva. Specifichiamo che la nascita di Eva non è quella di una creatura di serie B da una di serie A; non c’è subordinazione in quanto l’Adam non è il maschio bensì l’umano. L’umano, nella sua solitudine, langue, ha bisogno di un partner. Eva è il simbolo della relazione prima di essere il nome della donna/femmina. Adamo, preda della sua solitudine prima della nascita di Eva, sentiva una mancanza, espressa anche nella mancanza della costola. Sottrarre la costola significa, dunque, aprire la mancanza dell’umano, rendere possibile il Desiderio dell’umano: una cosa, questa, chiamata “Separtizione”, cioè la caduta nell’altro di una parte di noi. Il Desiderio Biblico non punta alla riunione, ma è un Desiderio che resta aperto; è una ricerca rivolta verso l’altro, ma non c’è mai un ricongiungimento, un riempimento di quel vuoto.

[C’è da dire, a questo proposito, che la carne è la manifestazione dell’anima; le due cose non sono separate, per via del principio dell’Incarnazione. La carne è il luogo in cui l’Infinito si manifesta e, quando amiamo, noi amiamo prima di tutto il corpo. Agape e Eros sono complementari.]

La seconda Legge di cui abbiamo testimonianza  è la Legge dell’Impossibile.

I nostri sogni sono criminali, sono contro il Diritto; il Desiderio è sempre contro la Legge. Freud sostiene che i sogni siano la manifestazione cainesca del nostro io L’orrore è il segreto dell’onorabilità. Siamo noi gli artefici dei nostri sogni così orrendi. L’odio, non a caso, è uno dei primi sentimenti che compaiono nella Bibbia e si manifesta con l’omicidio di Abele da parte di Caino.

La Legge (Dio) dice che non si può accedere all’Albero della Conoscenza, ed ecco una grande storia di Impossibilità: l’Impossibilità di sapere il sapere di Dio.

Il Serpente (rappresentazione del populismo) reagisce dicendo agli umani che Dio li sta ingannando perché è un Dio crudele ed egoista, è un Dio che limita la loro libertà. Dove sta il Peccato di Adamo ed Eva? Certamente non sta nella trasgressione perché è proprio il divieto che genera il Desiderio (ecco svelato il limite del proibizionismo). La Legge crea il Peccato, ma il Peccato è nelle parole del Serpente che instilla nell’essere umano il Desiderio di essere Dio. Questa è la grande follia dell’essere umano…

L’altra faccia dell’essere Dio è la Morte. Cercare di assimilarsi a Dio, idolatrare il proprio io comporta, infatti, la distruzione di sé.

Ci sono vari esempi di come l’uomo trova la morte in questa sua ricerca di assimilazione: Sant’Agostino che racconta del furto delle pere, innanzitutto. Perché quel furto? Abbiamo detto che la proibizione accende il Desiderio, perciò il furto scaturisce dal  Desiderio di annientarsi, di sterminarsi.

Poi, ancora, nel Qoelet è scritto che tutto è soffio, tutto è vanità, tutto è vano; la nostra vita è fatta di polvere e la morte è il nostro destino ultimo: tutto, dunque, finirà nel nulla. Il divenire è l’unica realtà dell’essere.

Perché tutto questo? Il Qoelet fornisce due risposte.

Premessa: dobbiamo cercare la consistenza perché siamo inconsistenza, dunque è per questo che vogliamo diventare Dei (e tentiamo questa impresa attraverso il denaro, il culto dell’io, l’idolatria), ma in questo modo andiamo incontro ancor più all’inconsistenza. Allora ecco le due risposte:

1.     Sii deciso in tutto ciò che fai – oggi -, “disattiva” il domani, deponi l’attesa. Sii come gli uccelli del cielo e i gigli del campo…

2.     Non confondere i tempi: c’è un tempo per ogni cosa.

Ma in quale occasione la Legge è davvero fatta per l’uomo? Nella Bibbia c’è la risposta e tale risposta è: quando la Legge sa interrompere se stessa. Quando la Legge sa sospendersi, sa fare eccezione a se stessa, sa ospitare la Grazia, sa perdonare, ecco che possiamo dire: la Legge è fatta per l’uomo. La Legge deve impedire l’applicazione automatica della Legge attraverso il dono della Grazia: tale Legge introduce il tema dell’Impossibile.

[Uno dei punti di contatto tra Religione e Psicoanalisi: nella Torah compare il Desiderio di essere Dio; nella Psicanalisi c’è il Desiderio incestuoso (di completamento).]

La Legge non deve essere solo un impedimento e – soprattutto – non bisogna identificare la Legge con la regola.

La Legge deve essere scritta nella carne del cuore!

Qualche esempio:

1.     Dio dice ad Adamo ed Eva che se mangeranno dell’Albero della Conoscenza moriranno, ma – pur avendone mangiato – i due non sono morti.

2.     Caino uccide Abele e poi si nasconde. Dio domanda di Abele a Caino e quando scopre che quest’ultimo ha ucciso suo fratello non lo uccide, per ritorsione o per vendetta, Dio marchia Caino con il segno della colpa, ma ciò lo risparmierà dalla morte.

3.     Il figliol prodigo si aspetta una severa punizione dal padre, invece il padre lo perdona e ne festeggia il ritorno.

4.     Il Libro di Giobbe è, nella sua interezza, un esempio dell’eccezione che la Legge applica a se stessa.

5.     Il sacrificio di Isacco è un altro esempio lampante dell’argomento in questione, tanto è vero che sulla copertina de “La Legge della Parola” compare  un dipinto di Caravaggio raffigurante la scena biblica del sacrificio di Isacco.

Massimo Recalcati e la copertina del suo nuovo libro (foto di Manuela Barbagallo)

 Nel dipinto sono ben visibili tre mani: la terza mano, che sembra sbucare dal nulla, all’improvviso, è la mano che interrompe il sacrificio prima che Abramo ponga fine alla vita di Isacco. La terza mano è quella della Legge che serve la vita e impedisce il sacrificio. Non a caso, la meta ultima della psicanalisi è sacrificare il sacrificio stesso.

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