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LA BELLEZZA

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domenica 28 maggio 2023

L'Intelligenza Artificiale attraverso lo specchio

 

Salone Internazionale del Libro di Torino, XXXV edizione, "Attraverso lo Specchio".

Come ho già accennato nel precedente articolo, questa edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino ha dato molto spazio al mondo dell’Intelligenza Artificiale, un mondo assai controverso – a dire il vero - poiché affascinante e spaventoso, al tempo stesso. Personalmente non mi è stato possibile partecipare a tutti gli eventi che hanno trattato questo argomento, ma quelli a cui ho potuto assistere mi hanno arricchita di informazioni e curiosità, perciò ora cercherò di condensare su questa pagina virtuale le cose che ho appreso.

19/05/23, Sala Rosa, "Pecore elettriche" con Francesco D'Isa, Francesca Lagioia, Cosimo Lorenzo Pancini, Vanni Santoni e Annamaria Testa. Moderatrice: Loredana Lipperini. In collaborazione con Lucca Comics&Games.

Il mondo sta cambiando e, come sempre accade quando ci si trova di fronte al cambiamento, ci si chiede se questo rappresenti un pericolo o un’opportunità. Qualcuno sostiene che dovremmo temere la stupidità naturale più che l’Intelligenza Artificiale; altri, invece, sono convinti che le macchine prenderanno presto il sopravvento come nei film di fantascienza e sostituiranno gli esseri umani in tutte le loro funzioni e attività. In realtà, la situazione è molto più complessa rispetto a questa netta separazione di opinioni tra tecno-paure e tecno-speranze… I vantaggi sono imprescindibili dagli svantaggi, i lati positivi non esistono senza quelli negativi, nell’ambito tecnologico come in tutti gli altri settori della vita.

18/05/23, Sala Cobalto. Un'intelligenza artificiale può scrivere un romanzo? In collaborazione con Feltrinelli Education.
Sfatiamo qualche mito...

Prima di tutto sfatiamo qualche mito, anzi, due miti, per essere precisi: l’antropomorfizzazione e la coscienza. Per l’uomo è normale vedere ogni cosa in funzione di sé e non riuscire a rapportarsi in maniera disinvolta con creature che non abbiano un volto e facoltà di parola; per questo motivo tende a dare un volto e una voce all’IA. Quello che l’uomo fa fatica a vedere, invece, è che anche l’IA più simile a lui - fisicamente – resta comunque una macchina e, come tale, non possiede una vera e propria coscienza ma solo un insieme di circuiti e componenti che se programmati correttamente sono in grado di simulare/imitare alcuni comportamenti umani. L’IA non prova emozioni, cerca soltanto di raggiungere l’obiettivo che l’uomo le ha fissato, e – a volte – pur di farlo mette in atto delle strategie che ricordano l’atteggiamento manipolatorio dell’uomo. In pratica agisce per massimizzare la propria utilità, anche se ciò significa mentire, violare normative sulla privacy, commettere reati e infrangere la Legge. L’IA impara e insegna, sa essere gentile e addirittura simpatica, sa risolvere problemi ed equazioni, sa parlare, scrivere, tradurre, ma possiamo ritenerla davvero intelligente o – addirittura - creativa? A quanto pare, no o – meglio – non proprio. Bisogna tenere bene a mente, infatti, che le macchine hanno bisogno di dati per poter elaborare, collegare e creare, ma l’inserimento di tali dati rimane uno dei compiti dell’essere umano. Un altro dei compiti dell’uomo riguarda il controllo finale e l’eventuale adeguamento del prodotto elaborato dalla macchina. Vale a dire che la tecnologia può aiutarci solo se siamo in grado di usarla e gestirla in maniera appropriata e che le responsabilità di un uso scorretto saranno a carico dell’uomo. Può farci guadagnare tempo, ad esempio, può fare calcoli e operazioni che noi non siamo in grado di svolgere ed è disponibile h24, ma non può sostituirci. Non in senso assoluto, almeno. Forse alcune professioni (o alcuni tasselli di esse) saranno svolte dalle macchine, ma è pur vero che, al loro posto, nasceranno nuovi lavori, nuove figure professionali, nuovi incarichi e – di conseguenza – nuovi incaricati. Le macchine aumentano la produttività, quindi l’impatto sul mondo del lavoro – in un futuro che è già presente – sarà molto consistente, ma ancora molti fattori sono nelle nostre mani e tocca a noi farne buon uso. Perché dico che il futuro è già qui? Perché, forse non ce ne rendiamo conto, ma tutti i giorni usiamo più IA di quanto pensiamo… Un esempio? Il suggeritore/correttore automatico del cellulare. O il navigatore satellitare che non solo ci dà le indicazioni stradali per andare da A a B, ma ci fornisce anche – in tempo reale – il tempo che impiegheremo per arrivare da A a B. Per non parlare degli algoritmi ai quali ci affidiamo per ottenere consigli sulla musica da ascoltare o sui video da guardare! La tecnologia è indistinguibile dalla magia e questa mimesi è particolarmente evidente negli algoritmi, che sembrano quasi leggere le nostre menti per carpirne gusti, tendenze e affinità. Dati il potere e l’importanza che la tecnologia ha assunto nelle nostre vite, potremmo persino paragonarla a una nuova forma di Religione, controllata da una “chiesa” che - proprio come una vera Chiesa – si regge su tre capisaldi: storia, rituali e cimeli. Per mantenere il proprio potere istituzionale, infatti, la Chiesa (e, dunque, la “chiesa”) racconta una grande storia e si avvale di profeti e apostoli che siano in grado di controllare i rituali e i cimeli creatisi grazie a quella storia. Le immagini e le parole sono strumenti molto forti con i quali si è sempre cercato di manipolare il corso degli eventi: chi controlla le immagini controlla la Storia, va da sé che, siccome le immagini (e le parole) sono lo strumento della tecnologia, chi controlla la tecnologia controlla la Storia.

Intelligenza Artificiale e creatività

Un'intelligenza artificiale può scrivere un romanzo?

Abbiamo appurato che il nostro lavoro cambierà perché cambieranno gli strumenti con cui avremo a che fare; abbiamo capito che ci sono dei vantaggi e degli svantaggi nell’utilizzare mezzi tecnologici; sappiamo che non solo dovremo imparare a governare le macchine, ma che dovremo anche farci carico dei rischi e delle responsabilità che derivano dai suoi usi. Sappiamo tante cose, ma come si coniugano IA e creatività? Innanzitutto – strano a dirsi – l’IA può essere considerata creativa, se ci atteniamo alla definizione più accreditata della parola “creatività”. Tanto per intenderci: una macchina può scrivere un libro, può comporre musica e può creare immagini e, in effetti, già da tempo siamo circondati dall’operato di chip e circuiti… Prossimamente potrebbero persino nascere, nelle librerie, nuovi reparti contenenti libri scritti dalle IA! C’è però un aspetto che dobbiamo prendere in considerazione in merito a questi prodotti, e cioè la bellezza. La bellezza non è oggettivabile perché scaturisce dalla sensibilità e sappiamo che le macchine non dispongono di questa caratteristica prettamente umana, quindi che tipo di prodotti dovremmo aspettarci da questi dispositivi elettronici? Particolari, interessanti e innovativi oppure tiepidi, insipidi e mediocri? Di sicuro saranno prodotti “senza anima”, perché l’anima di un romanzo deriva dall’esperienza personale del suo autore, dalle sue emozioni e dalle sue sensazioni, tutte cose che nessuna macchina per ora può vantarsi di avere nel proprio repertorio di capacità. Addirittura, se non si danno loro dei limiti, possono mettere a rischio il nostro senso di proprietà intellettuale attingendo da fonti protette e violando in tal modo i diritti d’autore. Da queste considerazioni, tra i microfoni del Salone, è sorta una domanda: può un’IA insegnare a scrivere un libro? Viste le premesse, direi che le macchine possono insegnarci molte cose – purtroppo o per fortuna – ma questa, nello specifico, non rientra nelle loro competenze.

Un’altra domanda che vale la pena di porsi è: cosa faremo di quel tempo risparmiato grazie all’aiuto delle macchine? Potremmo usarlo per studiare, creare e sperimentare cose nuove o potremmo sprecarlo impigrendoci. La scelta spetta sempre a noi…

L’IA sta “hakerando” il sistema dell’umanità, ma possiamo ancora volgere la situazione a nostro vantaggio se solo ci predisporremo ad ascoltare ciò che il futuro-presente ha da raccontarci su di noi... Abbiamo da sempre il desiderio di scoprire i nostri limiti e di oltrepassarli, abbiamo paura di ciò che è nuovo e di ciò che è diverso, ma allo stesso tempo ne siamo affascinati. La scienza e la tecnologia sono diventate le nuove “divinità” da adorare e da temere. L’umanità sta sfidando la sua stessa intelligenza con qualcosa che la mima e – chissà – forse superare i limiti ci porterà a una riscoperta di cose dimenticate anziché a una scoperta di cose nuove; potremmo persino rivedere la scala dei valori mettendo in primo piano questioni etiche a cui non abbiamo ancora dato la giusta attenzione. I settori in cui l’IA può essere applicata con risultati per noi vantaggiosi sono numerosissimi: dalla diagnostica medica all’agricoltura passando per tutto ciò che c’è nel mezzo. Faremmo bene, però, a non peccare di ingenuità o – al contrario – di arroganza e presunzione perché se è vero che un sistema ci fornisce sicurezza in un ambito, è pur vero che ci rende vulnerabili su un altro fronte… E poi c'è un'altra cosa su cui dovremmo riflettere: il costo della tecnologia. Più è proibitivo più sarà elitario, appannaggio esclusivo di pochi. Quando un mezzo tanto utile è però anche tanto costoso, quei pochi che possono permetterselo sono detentori di un grande potere e il potere, si sa, può fare danni se non viene controllato...

In conclusione...

Possiamo scegliere tra due opzioni: ostacolare l’evoluzione o prepararci al cambiamento. Possiamo decidere di lasciarci sopraffare dalla tecnologia oppure usarla con saggezza. Qualunque cosa faremo ricordiamoci sempre che essere umani non è una debolezza, bensì un punto di forza, forza che le macchine – per quanto intelligenti possano essere – non hanno.

venerdì 21 aprile 2023

Esercizi di scrittura creativa

 

Foto di Manuela Barbagallo

 

Se frequenti il mondo della scrittura, molto probabilmente avrai già sentito la frase: “Scrivi di ciò che sai”. Io l’ho sentita ripetere spesso e, sebbene sia d’accordo, ritengo che sia limitante. Perché sono d’accordo? Perché scrivere di ciò che si conosce favorisce l’autenticità e quindi la credibilità (di ciò che si scrive e, di conseguenza, di chi scrive); perché dà sicurezza; perché tiene lontana la presunzione, anche se – scrivendo di ciò che so – presumo di conoscere bene ciò di cui scrivo (ma su questo sorvolerò); perché ammanta di coerenza la narrazione e le conferisce linearità o, se preferite, fluidità. Perché credo che sia limitante? Per tutti i motivi che ho appena esposto. Essere autentici significa avere le idee chiare, significa essere consapevoli dei propri confini, ed essere credibili vuol dire avere paura di sperimentare le vie del pensiero che, per antonomasia, si scontrano con quelle del ragionamento; perché impedisce di partorire idee; perché tarpa le ali all’immaginazione, all’0riginalità, alla sperimentazione e alla creatività. Perciò, almeno per un po’, ti chiedo di mettere da parte l’ormai consolidato “scrivi di ciò che sai” e di sostituirlo con qualcosa che dia più spazio alle tue doti creative, tipo: “Scrivi di ciò che immagini”. Ed ecco che l’espressione “scrittura creativa” comincia ad assumere colori più brillanti… Scrivere è terapeutico: oltre a stimolare l’immaginazione favorisce l’introspezione, aiuta a curare il pensiero e il linguaggio e- cosa da non sottovalutare – incrementa le alternative. Ciò significa scovare più soluzioni per risolvere un  problema e poco importa se alcune di esse sono estremamente fantasiose  e non possono essere messe in pratica, perché ragionare fuori dagli schemi significa pensare, e pensare ti porterà a scrivere cose meravigliose. E quando il pensiero – che è creativo - incontra la scrittura, ecco che nasce la cosiddetta “scrittura creativa”. Con la scrittura, infatti, puoi dare corpo ai tuoi pensieri!

Sei pronto/a per cominciare a giocare? Se hai risposto di sì, allora continua a leggere; se, invece, sei ancora titubante spostati al fondo di questo articolo e leggi la sezione “top secret”: potrebbe darti nuovi elementi su cui riflettere…

Primo esercizio: “Altri mondi”

·        Scrivi un dialogo o una conversazione tra alieni. Puoi fingere che “parlino” tra loro in relazione alla Terra oppure può essere una conversazione che ha a che fare con cose che riguardano solo il loro pianeta, il loro stile di vita, le loro abitudini, i loro usi e costumi. Potrà riguardare le loro leggi, la morale, l’etica, ma anche la lingua e il linguaggio, l’aspetto fisico, la biologia o qualsiasi altra cosa ti venga in mente.

·        E se i personaggi delle fiabe si mescolassero e si intrufolassero nelle altre fiabe? Per la serie: “Fatti le fiabe tue!” Variante: se i personaggi delle fiabe uscissero dalle pagine e si trovassero a vivere con noi, tra di noi, nel nostro mondo e nel nostro tempo?

·        Immagina di vedere, dalla tua finestra, 10 finestre del palazzo di fronte. Fatto? Bene, ora scrivi una storia che parli degli occupanti di quei 10 appartamenti. Umani e/o animali. In relazione tra di loro o singolarmente.

·        Scrivi la tua autobiografia con una particolarità: deve parlare del te stesso che vive in un universo parallelo.

Ti consiglio:

-         “La finestra sul cortile” un film del 1954 diretto da Alfred Hitchcock, tratto dall’omonimo racconto di Cornell Woolrich

Secondo esercizio: “Distopie”

·        Immagina un mondo in cui gli insetti prendano il controllo.

·        Immagina un mondo in cui le macchine prendano il controllo.

·        Immagina un futuro in cui la tecnologia e la scienza abbiano cambiato le vite e il mondo stesso.

Terzo esercizio: “Giocare con le parole”

·        Apri a caso il vocabolario e punta il dito su una parola qualsiasi. Riporta su un foglio la parola in questione. Ripeti l’operazione altre 4 volte. Con le 5 parole così ottenute prova a scrivere un racconto.

·        Racconta in poche righe un episodio della tua vita, poi riscrivi quello stesso episodio:

ü in rima

ü anagrammando le parole

ü unendo due o più parole a formarne una nuova (meglio se inventata)

Consigli di lettura: Raymond Queneau, “Esercizi di stile”

Quarto esercizio: “Immedesimazione e punti di vista”

·        Cosa penserebbero gli oggetti se potessero parlare? Prova a “entrare nei panni” di:

ü un armadio

ü un lampione

ü una panchina

ü un telefono cellulare

ü un gessetto per lavagna

ü un ponte

ü un apio di forbici

ü una posata

ü un paio di scarpe/stivali

·        Prova a scrivere adottando il punto di vista di:

ü un pavone

ü una mosca

ü un polpo

ü un’ape

ü un serpente

·        “La voce dell’Arte”

“Il grido” di Edvard Munch (anche noto come “L’urlo”) è uno dei quadri più famosi al mondo, ma forse non tutti sanno che la scena ritratta è fortemente autobiografica. Da una delle pagine del diario di E. Munch, infatti, è stato estrapolato il seguente brano: “Camminavo lungo la strada con due amici – quando il sole tramontò – il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue – mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto – sul fiordo neroazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco – i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura – e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura”. Vi starete chiedendo che cosa abbia a che fare un quadro con la scrittura creativa… Beh, è presto detto: che storia racconterebbero i soggetti delle opere d’Arte, se potessero parlare? Per saperlo, prova a osservare un’opera a tua scelta e a sentire che cosa ti comunica… Cosa provi guardandola con tutti i tuoi sensi? Parti dunque dalle tue sensazioni per dare voce all’Arte. E non porti limiti! Hai un repertorio vastissimo a cui attingere: pittura, scultura, Arte antica, moderna, contemporanea, architettura (sì, anche gli edifici possono trasmetterti sensazioni e sono in grado di raccontarti storie avvincenti!)…

 

 

·        Immagina di poter intervistare una celebrità del passato: scrivi almeno 5 domande e poi prova a rispondere come se fossi diventato il personaggio che hai scelto. Puoi intervistare/diventare Napoleone, William Shakespeare, Giulio Cesare, Nikola Tesla, Lev Tolstoj, Cleopatra o chiunque nei confronti del quale provi grande curiosità e/o profonda ammirazione o – addirittura, se vuoi rompere gli schemi – grande avversione.

·        Immagina, ora, una sorta di “Tavola Rotonda” a cui sono seduti libri famosi: prova a farli discutere tra loro su temi quali, ad esempio, l’amicizia, l’amore, lo sviluppo tecnologico, l’evoluzione umana, la paura, le scoperte scientifiche, e così via.

·        E ora un esercizio-ariete, per sfondare la porta di uno dei tabù più diffusi: la Morte. Te la senti di descrivere la tua morte e il tuo post mortem?

Puoi leggere:

-         “La morte di Ivan Il’ič” di Lev Tolstoj

-         “Una voce dall’altro mondo” (un racconto tratto dal libro intitolato “Racconti dell’Antico Egitto”) di Nagib Mahfuz

Puoi guardare:

-         “Linea mortale”, un film del 1990 diretto da Joel Schumacher

-         “4 fantasmi per un sogno”, un film del 1993 diretto da Ron Underwood

-         “The Lazarus Effect”, un film del 2015 diretto da David Gelb

Quinto esercizio: “Superpoteri”

·        Se potessi avere un superpotere, quale vorresti? Scrivi un racconto che abbia te e il tuo superpotere come protagonisti. Qualche suggerimento? Eccoti servito/a:

ü parlare con gli animali

ü lettura del pensiero/telepatia e manipolazione del pensiero altrui

ü telecinesi

ü invisibilità

ü teletrasporto

ü preveggenza

ü autorigenerazione/autoguarigione

ü capacità di volare

ü capacità di respirare anche sott’acqua

ü fermare/dominare il tempo

ü invulnerabilità

ü super-udito

ü super-vista

ü mimetizzazione e/o capacità di trasformazione

ü capacità di diventare chiunque tu voglia. Es.: un medico, un avvocato, un astronauta, un paracadutista, un contabile, un chimico, un erborista, un professore di filosofia, una maestra di matematica, un’esperta di fisica quantistica, un genio dell’elettronica…

 

 

Sesto esercizio: “Viaggi nel Tempo”

·        Scrivi una lettera al tuo “io” del passato come se la vita che hai vissuto fino a ora fosse stata un viaggio nel futuro e tra poco dovessi tornare a quando avevi 10 anni.

·        Riscrivi il futuro cambiando il passato… Come sarebbe il mondo, oggi, se:

ü i dinosauri non si fossero mai estinti

ü Cristoforo Colombo non avesse scoperto l’America

ü non fosse stata creata la bomba atomica

ü non esistesse uno dei 4 elementi naturali (aria, acqua, terra, fuoco)

ü non fosse stata scoperta l’elettricità

ü non esistessero le macchine (intese come mezzi di trasporto o come elettrodomestici o come computer)

·        Tema: “Una mattina ti svegli e ti accorgi che, durante la notte, sei tornato/a bambino/a. Racconta il seguito”.

Libri consigliati:

-         “22.11.63” di Stephen King

-         “Signori bambini” di Daniel Pennac 

"Viaggi nel Tempo", una raccolta di racconti di vari autori tra cui spiccano Ray Bradbury, Philip K. Dick, Edgar Allan Poe e H. G. Wells.

E, a proposito di libri, ecco il settimo esercizio: “Il mio finale”

·        Prova a riscrivere il finale di un romanzo. Un suggerimento? Potresti cambiare il destino di Anna Karenina, ad esempio…

·        Ma non può esserci un finale senza un incipit, perciò… prova a scrivere 10 incipit che ti facciano venir voglia di sapere come continuerà ognuna di quelle storie.

Top Secret!

Foto di Manuela Barbagallo

Dedicato a tutti e a tutte, ma - in particolare - alle persone che sono ancora al bivio: giocare o non giocare? Questo è il problema…

Hai mai pensato di tenere un diario? Ecco a te qualche buona ragione per cominciare a riportare la tua vita sulla carta:

·        ti aiuta a fare chiarezza nei pensieri

·        è un ottimo archivio dei ricordi

·        è una forma alternativa e creativa di psicoterapia

·        ti aiuta a dialogare con te stesso/a, a guardarti meglio e a comprenderti/capirti meglio

·        è un amico discreto, sempre disposto ad ascoltarti, ed è sincero (a patto che tu sia sincero/a con lui)

·        ti aiuta ad esprimere emozioni, sensazioni e sentimenti senza metterti a disagio o in imbarazzo

·        la sua compilazione è una buona occasione per prenderti cura di te stesso/a (in quanto ti invita a prenderti/concederti del tempo)

·        ti aiuta a capire cosa desideri, cosa vuoi, di cosa hai bisogno

·        ti dà la possibilità di accorgerti dei dettagli delle tue giornate (e della tua vita) e di soffermarti su di essi

·        ti aiuta ad essere grato/a per le cose belle che ti accadono

·        è una forma di preghiera/meditazione

·        se scrivi anche i sogni che fai quando dormi, può trasformarsi persino in un modo per accedere agli angoli più remoti e bui della tua psiche

·        se sei timido/a può aiutarti a sciogliere la timidezza

·        puoi esprimerti come meglio credi (con parole, disegni, adesivi, fotografie, ecc.)

·        è una valvola di sfogo

Inoltre…

·        il fatto di scrivere giornalmente (a penna, eh, non al computer) ti permette di tenere allenata la mente in quanto:

-         puoi scegliere con maggior cura le parole che ritieni siano più adatte a descrivere ciò che senti

-         alza la soglia di attenzione e fa aumentare il tempo di concentrazione

-         ti aiuta a esprimerti meglio, anche oralmente

Personalmente, ho anche notato che l’ansia e lo stress, di cui di solito sono preda, diminuiscono in modo considerevole quando mi dedico alla scrittura. E ogni volta che rileggo ciò che ho scritto (anche a distanza di anni), compio una potente ed efficace auto-analisi che mi permette di comprendere e di capire qualcosa in più di/su me stessa.

E, se proprio volete tutta la verità, vi dirò che allena anche la memoria perché ogni volta che ci accingiamo a scrivere il nostro resoconto quotidiano ripercorriamo tutta la giornata appena trascorsa come se stessimo guardando un film. A pensarci bene sarebbe molto utile in caso di perdita della memoria, ma questa non è che un’associazione di idee che non intendo approfondire, almeno per il momento…

Chiudo questo articolo invitandoti a cimentarti in questi esercizi innanzitutto per divertirti e poi per affinare l’intuito e l’empatia, ma anche l’elasticità mentale, la proprietà di linguaggio e il lessico, la capacità di espressione e l’amore per l’Arte. Ricordandoti, a tal proposito, che le forme d’Arte sono innumerevoli: cinema, musica, teatro, arti visive in generale, letteratura, cucina, cucito, ricamo, floricoltura, cura delle persone e degli animali, creazione di gioielli, riutilizzo dei materiali di scarto sono solo alcune delle cose che mi vengono in mente…

Perciò, dicevo, divertiti e vivi ogni giorno come fosse il primo, come fosse l’ultimo, come fosse l’unico.