INFLUENZE
Visitando la mostra
dedicata a Giorgio de Chirico è difficile non rimanere colpiti dalla grande
varietà, di tecniche e di artisti, che orbitano attorno alla figura di questo
pittore. Le opere di de Chirico hanno, infatti, rappresentato un’inesauribile
fonte di ispirazione per moltissimi artisti, sia italiani sia internazionali e,
viceversa, anche lo stesso de Chirico fu influenzato da grandi maestri
(soprattutto italiani, fiamminghi e francesi). Un nome, in particolare, spicca
fra tutti ed è quello di Michelangelo Buonarroti: la mostra presenta – a tal
proposito – una sezione speciale, in cui compare lo Studio di braccio per una figura della Volta Sistina (disegno di
Michelangelo, 1508-1509 circa, proveniente da Casa Buonarroti) “insieme a
disegni di Giorgio de Chirico dedicati allo studio degli affreschi
michelangioleschi della Volta della Cappella Sistina e a due opere di Tano
Festa, pittore che tra i primi ha usato il tema della citazione dai grandi
maestri ispirandosi proprio a de Chirico”.
Particolarmente
interessanti risultano essere l’Omaggio a
de Chirico, di Ezio Gribaudo (tecnica mista su carta intelata, che
ripropone l’Ettore e Andromaca davanti a
Troia dipinto da de Chirico)
e il filmato
muto VB 47 (2001) di Vanessa
Beecroft, composto da “manichini viventi”. In realtà, tutte le opere esposte
sono ricche di fascino e possiedono la mirabile capacità di far emozionare gli spettatori
e di far provare loro molteplici sensazioni; la cura con cui sono disposte le
opere – inoltre – ha, senza dubbio, una grande rilevanza: penso, ad esempio,
all’accostamento de I mobili nella valle
(Mario Ceroli, 1965) al dipinto Mobili
nella valle (Giorgio de Chirico, 1968).
Guardando le due rappresentazioni
potreste provare la sensazione di trovarvi nel dipinto di de Chirico proprio
perché, accanto ad esso, è posta la sua “trasposizione tridimensionale”.
Ettore e Andromaca davanti a Troia, Giorgio de Chirico |
Omaggio a de Chirico, Ezio Gribaudo |
Mobili nella valle, Giorgio de Chirico (a sinistra) e I mobili nelle valle, Mario Ceroli (a destra) |
I
GRANDI TEMI RICORRENTI
Le muse inquietanti, Giorgio de Chirico |
LE
SEZIONI DELLA MOSTRA
Oltre alla sezione
dedicata a Michelangelo Buonarroti è possibile ammirare un allestimento di
opere che hanno, come fulcro, il tema dell’ombra. “L’ombra rappresenta un
elemento centrale nella pittura metafisica di de Chirico: le ombre delle
statue, delle arcate, delle architetture aumentano infatti il senso di enigma,
di inquietudine e di fascino della sua pittura e hanno avuto un’influenza
vastissima su moltissimi artisti internazionali che le hanno usate per
amplificare il senso di mistero delle proprie opere”.
Bagni misteriosi con cigno, Giorgio de Chirico |
Oasi d'ombra, Gino Marotta |
Contatto con la superficie sensibile, Claudio Abate |
E ancora: “Derive” e
“Citazioni”, ovvero le sezioni dedicate alle influenze che de Chirico ebbe su
artisti italiani e internazionali.
LA
METAFISICA
La metafisica di de
Chirico non è soltanto un ramo di una corrente filosofica, è un modo di
rappresentare “realtà” che stanno al di là di ciò che vediamo di solito; le sue
sono rappresentazioni che trascendono la natura e, soprattutto, l’ordinario;
sono descrizioni di un mondo in cui neppure il tempo sembra essere quello che
è. Il tempo di de Chirico è immobile, non scorre, non esiste; è un tempo in cui
“sulla grande curva dell’eternità il passato è uguale all’avvenire”. [Da una
lettera di de Chirico a Guillaume Apollinaire, 1916]. È evidente, a tal proposito,
l’influenza del filosofo Nietzsche (e del suo concetto di eterno ritorno) sul
pittore. “De Chirico contestava tuttavia anche il valore delle opere d’arte
basato in modo semplicistico sulle datazioni dei diversi periodi della sua
pittura”.
La metafisica di de
Chirico è, dunque, caratterizzata soprattutto dall’utilizzo di manichini
(figure al confine tra il vivente e il non-vivente), di ombre nette e lunghe e
di geometrie che delimitano rigidamente gli spazi.
SUGGERIMENTI
AL PUBBLICO E CONCLUSIONI PERSONALI
Vi invito a sbirciare
attraverso gli spioncini della Casa di Giosetta Fioroni (Casa: interno familiare, 1969), ad ammirare l’intensità del Rosso Veneziano di Lucio del Pezzo
(1965)
e la brillantezza dei colori degli acrilici su legno ritagliato, di Ugo
Nespolo (Al Museo in volo & a zompi,
1991).
Rosso Veneziano, Lucio del Pezzo |
Al Museo in volo & a zompi, Ugo Nespolo |
L’ordine, la
sospensione del tempo e i volti senza tratti di alcuni manichini potrebbero
farvi provare sensazioni contrastanti come calma e angoscia, serenità e
turbamento… Il mio consiglio? Lasciatevi invadere e pervadere da tali
sensazioni, lasciate che esse vi conducano “oltre” la realtà ordinaria!
La mostra su Giorgio de Chirico è un’occasione imperdibile
per gli amanti dell’arte in tutte le sue sfaccettature, ma anche per chi
volesse semplicemente lasciarsi trasportare in un mondo straordinario in cui
perdere la nozione del tempo. Almeno per un po’ … A proposito: c’è tempo fino al 25 agosto 2019!
Il quadro di Gribaudo sembra un selfie in un luogo di villeggiatura. :)
RispondiEliminaEffettivamente hai ragione, non l'avevo mai visto da questa prospettiva! ;)
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