La civiltà è da tempo
tramontata, e alcune vegliarde immortali guardano con occhi delusi il nipote
Will Scheidmann: lo hanno creato con pezzi di stoffa e incantesimi, ma ne sono
state tradite. Pronto a essere giustiziato dalle proprie nonne, Will le intrattiene
come un novello Sheherazade con una particolarissima forma di racconti
intessuti di storie e figure stranianti
allucinate: sono i narrat,
«istantanee romanzesche» di sua invenzione, nelle quali tutte le trame di
un’unica tela narrativa si incrociano, si sfilacciano, si riuniscono. L’umanità
di cui narra è ormai quasi estinta, e solo sparute voci si levano da una terra ridotta
a un ammasso post-apocalittico di tendopoli e rovine. Le strade sono, però,
ancora vive di una piccola e folle masnada di musicisti, scrittori,
vagabondi e sciamani, che pur nella
disperazione non rinuncia alle speranze dell’amore e al piacere di un humor
nero feroce e vitale.
Angeli
minori è un’opera seducente e folgorante su un mondo oltre
la fine del mondo. Una sinfonia di voci e personaggi che provengono da un
futuro riposto nei lati oscuri della nostra coscienza.
RECENSIONE
Realtà distorte che non
si distinguono dai sogni… O dagli incubi. In un surrealismo degno di Kafka si
alternano personaggi che a definirli strani o bizzarri li si renderebbe quasi
normali o – quantomeno – plausibili. Storie a un passo dal delirio, frammenti
di vite, pochi fotogrammi per ogni racconto… Fotogrammi che, se collegati tra
loro, vanno a comporre un puzzle di
una bellezza inquietante. E il senso di profonda inquietudine viene amplificato
dalla freddezza con cui Volodine è solito rappresentare scene cruente o
macabre, dando forma a quella che potrebbe definirsi “ordinaria follia”. Magia,
sciamanismo e dettagli onirici fungono da collante, in questo romanzo dallo
stile visionario.
Angeli
minori è una raccolta di racconti brevi, sconvolgenti e
apparentemente sconnessi tra loro che trovano, però – pian piano – un filo
conduttore nella creazione di un mondo a pochi passi – eppure distante anni
luce – da quello in cui viviamo. Ogni racconto – imprescindibile dagli altri -
è paragonabile a una fiaba, a una leggenda che lascia nel lettore uno sconcerto
simile a un seme: lentamente ogni seme metterà radici, germoglierà e darà
origine a fiori spaventosi per la loro natura unica e sinistra. A quel punto
l’apparente nonsense, che si sarà
fatto largo nella mente del lettore, assumerà - via via – contorni più limpidi,
più nitidi, rivelando immagini grottesche e mostruose, ma – allo stesso tempo –
affascinanti, quasi ipnotiche.
Se è vero che ogni
racconto è indispensabile per dar vita a uno scenario distopico intriso di
decadentismo, è anche vero che alcuni dei racconti presenti in Angeli minori “passano” come una folata di
vento davanti allo sguardo attonito del lettore, lasciandogli all’interno
soltanto immagini frammentarie, come al risveglio da un sogno… O da un incubo.
Volodine è stato in
grado di rappresentare un mondo in prossimità del collasso totale in cui, però,
il percorso per arrivare alla fine risulta essere ancora lungo ed estenuante.
Il crollo dell’umanesimo è reso magistralmente grazie allo “stile onirico”
dell’autore, il quale è riuscito a conferire a questo romanzo l’aspetto di una
serie televisiva. Ogni racconto è come una puntata di tale serie.
I riferimenti politici
sono sempre presenti anche se li si può trovare sotto varie forme che vanno
dalla velata ironia al sarcasmo più pungente.
Desolazione, solitudine,
silenzio e squallore si amalgamano perfettamente tra loro in una realtà in cui
il cannibalismo è – ormai – all’ordine del giorno. Gli scenari ricordano
vagamente quelli descritti da McCarthy nel suo La strada.
Analizzando più a fondo
Angeli minori, si scorge una
particolarità anche nel narratore: esso sembra sempre lo stesso e –
contemporaneamente - sempre diverso. E’
come se una sorta di coscienza collettiva si esprimesse – di volta in volta –
attraverso un personaggio diverso. Sono proprio questi personaggi gli “angeli
minori” cui si fa riferimento nel titolo; sono i protagonisti dei narrat di Will, sono gli ultimi sopravvissuti di un’umanità
decimata, quasi estinta.
Una volta terminata la
lettura di questo romanzo è inevitabile sentirsi come al risveglio da un sonno
dominato da sogni tormentosi e arrivare a chiedersi: ho sognato il futuro?
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