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LA BELLEZZA

mercoledì 18 ottobre 2017

"LE TEORIE FOLLI DELLA STORIA" di Philippe Delorme. Clichy



SOMMARIO
PREMESSA
-         IL MONDO FU CREATO SEIMILA ANNI FA
-         C’ERA UNA VOLTA LA GRANDE PIRAMIDE
-         QUEGLI ILLUMNATI CHE GOVERNANO IL MONDO
-         I COSACCCHI CONQUISTARONO L’AMERICA
-         GESU’ II, IL RITORNO
-         DEI VENUSIANI SULL’ISOLA DI PASQUA
-         GIOVANNA D’ARCO ERA UN UOMO
-         HITLER SI E’ NASCOSTO AL POLO SUD
-         L’UOMO NON E’ MAI ANDATO SULLA LUNA
-         NAPOLEONE DISCENDE DALLA MASCHERA DI FERRO
-         CRISTO SI ‘ FERMATO A SHINGŌ
-         CRO-MAGNON SAPEVA SCRIVERE
-         LA CINEPRESA PER VIAGGIARE NEL TEMPO
-         GLI EBREI VENGONO DALLO SPAZIO
-         GLI INGLESI RAPIRONO NAPOLEONE
-         LA FINE DEL MONDO ERA IERI
EPILOGO



Troppo spesso diamo per scontato l’assunto che la Storia sia una serie di fatti incontrovertibili; che essa non possa – nel senso che non dovrebbe - in alcun modo vacillare: se lo facesse, cadrebbero tutte le certezze alle quali ci aggrappiamo ogni giorno per giustificare le nostre azioni. E se la Storia fosse,  invece – come dichiarava Napoleone – “una serie di menzogne su cui ci si è messi d’accordo”? Se scoprissimo (o ci rendessimo conto) d’un tratto che ciò che noi chiamiamo Storia è una realtà – sì – ma di quelle studiate a tavolino da chi – sfruttando la fantasia, propria e/o altrui vuole ottenere vantaggi personali? Sarebbe estremamente doloroso perché emergerebbero, di noi, due caratteristiche di cui andare poco fieri: l’ignoranza e la facilità a credere. Perciò il dubbio amletico risulta non tanto “essere o non essere”, bensì “credere o non credere”. La mia risposta? Nessuna delle due cose. Si tratta – piuttosto – di chiedere; si tratta di cercare, di non fermarsi mai, neppure davanti ad una risposta che – ai nostri occhi – appare plausibile (se non addirittura possibile o accettabile). “Chi si ferma è perduto”.  Ma il mestiere dello storico non prevede “la contestazione o il relativismo. Il mestiere dello storico è quindi costrittivo e lascia poco spazio all’immaginazione […] sebbene sia impossibile pervenire a una piena oggettività nell’analisi dei fatti”. “[Uno storico può] solo tendere a delle porzioni di verità, proporre dei modelli senza imporli”. Un’altra qualità dello storico “deve essere l’umiltà, perché il suo passato avrà sempre le sue zone d’ombra, e non si può trovare una risposta a tutto”. C’è sempre qualcuno che, però, prova a strumentalizzare i fatti, gli accadimenti – da quelli assodati a quelli più vacillanti – per il proprio tornaconto, portando come vessillo un argomento che Philippe Delorme riassume così: “Una proposizione è vera perché niente dimostra che è falsa”. Lo scopo di questo libro è allora quello di tentare di scandagliare il pensiero di coloro che – con teorie strampalate, illogiche, ipercritiche, negazioniste, “parastoriche” o “pseudostoriche” – non fanno altro se non corroborare e far radicare ulteriormente (e paradossalmente) il lavoro degli storici.
Se leggerete “Le teorie folli della storia” per avere delle risposte univoche e delle verità schiaccianti, probabilmente finirete coll’avere ancora più domande, più dubbi e più incertezze, ma – in fondo – il bello sembra essere rappresentato dalla ricerca. Il tragitto che compiamo per arrivare alla meta è, spesso, più edificante della meta stessa. Lodevole il lavoro di ricerca compiuto dall’autore – Philippe Delorme – per sgretolare le macchinazioni più contorte, i giochi illusionistici dei detrattori della Storia. Molti dati vengono posti sul piatto per sfatare leggende metropolitane o bufale ben congegnate. Accuratezza e ricchezza di particolari fanno di questo libro un valido strumento per la demistificazione di alcune teorie, ma è bene ricordare che nulla deve spegnere la curiosità, perché essa è ciò che ci aiuta a non fermarci di fronte alla prima risposta.

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