“Il
proiettile che ha ucciso Rasputin non ha colpito solo il cuore della dinastia
regnante. La sua onda d’urto è arrivata alla maggioranza delle persone in molti
paesi. I pettegolezzi non si placheranno in breve tempo: chi è stato, alla
fine, Grigorij Efimovič
Rasputin? Come è riuscito a occupare una posizione unica alla corte dell’ultimo
imperatore russo? Cosa ha fatto realmente, sfruttando la sua posizione? Come è
caduto, trascinando con sé l’impero?”[1]
“L’ultimo
inverno di Rasputin”[2]
consta di due macro sezioni: la prima, più “romanzata”, non si limita a
raccontare una delle figure più affascinanti e controverse nella storia della
Russia, ma allarga il focus sul panorama mondiale dei primi anni del 1900.
In prevalenza, il lettore sarà assorbito dall’assetto politico che – di lì a
poco - avrebbe scatenato la Prima Guerra Mondiale, ma non mancano riferimenti
allo sport (dove il campo e le tattiche di gioco trovano affinità con le
alleanze, i conflitti e le tattiche di guerra) e alla situazione culturale dell’epoca.
Tra i tanti, spicca la figura del poeta Vladimir Majakovskij, le cui
vicissitudini attraversano tutto il libro. Nella seconda parte, invece,
l’autore riprende personaggi, luoghi e avvenimenti e ne svela i particolari
tralasciati all’interno del romanzo, dando alla narrazione un taglio più
tecnico, più storico o più giornalistico, se vogliamo.
“L’ultimo
inverno di Rasputin” è un romanzo ricchissimo, dettagliato
e molto ben strutturato: sia la storia (dei personaggi coinvolti) sia la Storia
(intesa come insieme di accadimenti storici) sono avvincenti al punto che risulta
difficile interrompere la lettura senza provare un forte impulso a riaprire il
libro al più presto. Perché? Perché il lettore non ha tra le mani un romanzo
unicamente storico, ma anche un thriller,
un racconto di spionaggio e di intrighi internazionali; e il punto di vista
russo è solo uno dei tanti analizzati…
Non lasciatevi
intimorire dalla mole del libro o dalla grande quantità di personaggi che esso
contiene perché l’autore è stato perfettamente in grado di creare un amalgama
scorrevole alla stregua di un bel film.
Leggetelo: non ve ne
pentirete!
[1] Pagina 744,
“L’ultimo inverno di Rasputin”, Dmitrij Miropol’skij, Fazi Editore.
[2] DMITRIJ
MIROPOL’SKIJ
È nato il 12 agosto del 1964 a Leningrado. Dal 1988
lavora come pubblicitario, autore teatrale, conduttore, commentatore musicale,
sceneggiatore. A partire dal 2006 ha iniziato a pubblicare romanzi storici.
Questo romanzo, finalista al premio Nacional’nyj Bastseller, è il suo primo
libro pubblicato in Italia.
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