Accade così che ti accorgi degli anni passati:
dai capelli canuti, dagli arti delicati.
Perché il passo
non è più lo stesso,
non è più quello del giovane indefesso
coi sensi sempre all’erta:
ora l’andatura è incerta
e lo sguardo è vacuo,
di forza innocuo
e le ossa fragili,
non più abili
a sostenere il peso di un corpo affaticato.
Sei cresciuto,
sei cambiato
e ogni giorno scorre lento,
inesorabile e muto
e il passato
contiene ricordi
di eventi, persone e
tu mordi
il presente, ti aggrappi ad esso
e vedi che non sei più lo stesso.
Così ti struggi
in preda ai rimpianti e ti avvii verso un
lento declino.
Rifuggi il destino
scendendo la china mentre col velo
sugli occhi
contempli il cielo
che forse ti aspetta
e ne aneli anche tu una fetta.
Ma intanto i rintocchi
della campana si fan più vicini e ritorni
con la mente ai ridenti giorni
e a quei momenti
privi di tristezza, carichi di speranza.
Le preoccupazioni assenti
in quel passato
ormai conservato
nei meandri della memoria
dove gli ultimi sprazzi di gloria
si azzuffano stanchi.
Solo tu manchi
all’appello di Dio.
Ora tu. Domani anch’io.