Parlare di libri e
promuovere la lettura sui Social Networks
implica tre cose dalle quali non si può prescindere: PASSIONE, IMPEGNO E
RESPONSABILITA’.
Il requisito
fondamentale è la PASSIONE, ovvero l’amore per la lettura. Non importa se si amano
i saggi, se si predilige la narrativa, se non si può fare a meno dei grandi
classici o se si è lettori “onnivori”, l’importante è leggere perché piace e
non perché ci si sente obbligati a farlo. Platone sosteneva che “si impara per
fascinazione” e io sono del parere che la stessa cosa valga anche quando
parliamo di libri: se lo facciamo lasciando trasparire la nostra passione per
la lettura, quest’ultima trasparirà, a sua volta, dalle parole che useremo e
dall’atteggiamento che adotteremo. Tutto ciò che viene trasmesso con fervore è
altamente “contagioso”. Sia che ne parliamo bene sia che ne parliamo meno bene.
A questo proposito mi sembra doveroso precisare che esistono tanti tipi di
critica, ma solo uno è degno di considerazione, vale a dire quello sincero e
costruttivo. Esporre ciò che si pensa davvero, rispettando ogni lavoro e
argomentando esaurientemente le motivazioni che ci hanno spinto ad apprezzare o
meno ciò che abbiamo letto. C’è chi recensisce “con la pancia” (intendendo –
con “pancia” – le sensazioni e i sentimenti), chi recensisce obiettivamente e
chi preferisce amalgamare le due metodologie, esponendo un accurato giudizio
critico – prima di tutto – e aggiungendo – magari verso la fine – un parere o
un tocco più personale. Proprio per questi motivi parlare di libri richiede IMPEGNO,
cognizione di causa, investimento in termini temporali. Lavorare su se stessi,
sulla propria cultura personale, sulle proprie capacità di critica e sul
proprio vocabolario. Il lessico, la scelta delle parole deve essere sempre
adeguata al contesto, al messaggio che si vuole far arrivare al pubblico, al target a cui ci si riferisce e al mezzo
con cui si decide di comunicare. Semplicità, chiarezza e accuratezza sono caratteristiche
fondamentali sia per un BookTuber
(ossia chi utilizza la modalità “video” per parlare di libri) sia per un BookBlogger (ovvero chi usa la scrittura
per parlare di scrittura). C’è ancora una cosa da considerare: oggigiorno l’aspetto
grafico ha assunto una innegabile rilevanza in tutti i campi, pertanto non va
sottovalutato neanche nel settore editoriale. Sia che si parli di fronte ad una
videocamera sia che si scriva su una testata giornalistica, su un Social Network o su un Blog anche l’occhio vuole la sua parte.
La scelta di un font e la
calibrazione del tono di voce sono valori da disporsi, ormai, sullo stesso
piano. Così come lo sono la scelta di un’inquadratura (per un video o per una
foto) e quella di una citazione. Tutto può contribuire al successo o all’insuccesso
di un prodotto editoriale!
A questo punto è facile
dedurre per quale motivo chi parla di libri è investito di grandi RESPONSABILITA’:
più grande è il “potere” – e, nel caso specifico, alludiamo al potere di
influenzare positivamente o negativamente il pensiero delle persone – più è
grande la responsabilità che si ha verso quelle persone. Persone che possono
essere lettori accaniti e non, neofiti di un certo genere letterario (o di un certo autore) o grandi esperti. Il
mercato, in tal senso, si spacca in due: da una parte troviamo gli appassionati
e i “buongustai” (fruitori esigentissimi) e dall’altra abbiamo i consumatori più ingenui e meno esperti che
hanno la necessità di essere “catturati”, incuriositi, invogliati. Può bastare
una copertina accattivante, uno sfondo a tema o una bella citazione a indurre
la voglia di leggere un libro. Il settore editoriale, ogni anno, “dà alla luce”
migliaia di titoli tra cui scegliere e
questo, a volte, può creare confusione e spaesamento in coloro che hanno poca
dimestichezza con il mondo dei libri; ed ecco che chi recensisce (per passione
o per mestiere) assume un ruolo determinante nel dirigere l’attenzione (sia dei
“buongustai” sia degli “spaesati”) da un titolo all’altro.
Detto ciò, auguro BUONA
LETTURA A TUTTI!
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