Montag
è un pompiere in un mondo al contrario in quanto – nella realtà descritta da
Ray Bradbury – i pompieri non hanno il compito di spegnere gli incendi, bensì
di appiccarli. Il loro scopo è quello di bruciare i libri, tutti i libri rimasti in
circolazione e far arrestare coloro che – leggendoli – infrangono la Legge.
Montag,
però, non è felice: conduce un’esistenza alienata e alienante composta al fianco di una
moglie che non lo degna di uno sguardo perché è sempre connessa a maxischermi
che trasmettono futilità per tenere impegnata la gente e oltretutto il suo
lavoro comincia a rappresentare una pesante routine. Tutto cambia quando Montag
incontra Clarisse, una ragazza che non si è mai adattata a questo stile di vita
imposto da un governo e da delle leggi che vogliono tutti i cittadini
massificati e inermi. Clarisse instillerà forti dubbi nella mente – già resa
instabile dall’insoddisfazione e quindi predisposta alla ribellione e al
cambiamento - del pompiere.
“Fahrenheit
451” è un romanzo adrenalinico scritto nel 1953, ma fortemente attuale, come se
fosse stato scritto oggi.
Un
libro che descrive – con una dovizia di particolari impressionante – una
società in cui nessuno ha tempo per gli altri, nessuno guarda negli occhi gli
altri, nessuno si ferma a riflettere, a pensare, a osservare le cose del mondo,
le cose che ha intorno a sé. La maggior parte delle persone non fa domande, non
è curiosa, non comunica realmente con gli altri, ma si limita a pronunciare
parole vuote. Nessuno si cura di sentire gli odori delle stagioni perché tutto
è coperto e soffocato dal puzzo del cherosene.
Sono
tutti uguali, ma l’uguaglianza è intesa come omologazione, come
standardizzazione. Il governo li vuole così: buoni e felici, ma senza identità
e senza cervello. E’ semplice donare la felicità agli stolti: basta dar loro
intrattenimento, distrazioni, divertimento ed eccitazione; basta tenerli
occupati, in movimento. Basta impedir loro di pensare. Questo fornisce alla
gente un’illusione costante, ma uccide i sentimenti e rende le persone
superficiali e distaccate da tutto e da tutti.
“Se
non vuoi che qualcuno sia politicamente scontento, non fargli sapere che la
questione ha due aspetti: digliene uno soltanto e non si preoccuperà. Meglio
ancora, non dirgli niente. Fagli dimenticare che esiste la guerra. Se il
governo è inefficiente, ingiusto e vuole troppe tasse, è meglio che rimanga
com’è piuttosto che la gente si agiti. La pace, Montag. […] Riempila di
informazioni innocue, rimpinzala di tanti “fatti” e si sentirà intelligente
solo perché sa le cose. Loro crederanno di pensare, avranno l’impressione del
movimento anche se non si muovono affatto”.
In
questo modo la gente non solo non vive, ma si crogiola beatamente
nell’illusione di partecipare alla vita.
Una vita in cui il tempo libero – foriero di conversazioni e di relazioni
sociali reali e tangibili - è bandito; la gente non ha il tempo di pensare, ma
è giunta ad un livello in cui non desidera più neanche avere il tempo di pensare.
“Ricordi
che l’intervento dei pompieri è sempre meno necessario. Il pubblico ha smesso
di leggere di sua volontà”.
Pensare,
ragionare, riflettere, porre e porsi domande e interrogativi è dannoso e
controproducente perché crea insicurezza e l’insicurezza crea infelicità. La
cosa più importante – ovvero la consapevolezza – viene costantemente “bruciata”
dal fuoco dei pompieri, il cui motto recita a chiare lettere:
“Bruciare
sempre, bruciare tutto. Il fuoco splende, il fuoco pulisce”.
Ciò
che può minare le fondamenta di questo Sistema è la curiosità; la curiosità di
conoscere non tanto le cose, ma il significato delle cose. Per questo motivo,
la chiave della vera felicità (e non lo specchietto per le allodole fornito dal
governo) è data da tre fattori fondamentali:
1-
La qualità dell’informazione.
2-
Il tempo per assorbirla.
3-
Il diritto di compiere azioni
basate su quello che impariamo dall’interazione fra le prime due.
La
profondità delle cose, la cultura, l’intelletto, sono andate via via
assottigliandosi fino ad essere appiattiti e chi ancora possiede libri – ovvero
degli strumenti che stimolano questi ambiti – è un pericolo per la vuota
serenità dei cittadini. Chi non si adatta al Sistema imposto dal governo, viene
eliminato. Non si ha scelta, perché scelta è sinonimo di libertà.
“Dobbiamo
essere tutti uguali: non tutti nati liberi e uguali, come dice la Costituzione,
ma tutti RESI uguali”.
Pertanto,
nel romanzo di Bradbury, i pompieri rappresentano “i custodi della pace mentale, i difensori
della nostra comprensibile e legittima paura di sembrare inferiori: così sono
diventati censori ufficiali, giudici e giuria”.
Montag
– però – capisce che dietro ogni libro c’è un essere umano e – proprio grazie
ai libri – scopre (o, meglio, riscopre) di avere una coscienza, dei sentimenti
e inizia a sentirsi vivo; la sua mente comincia (o, ancora una volta, sarebbe
meglio dire che ricomincia) a “nutrirsi” dopo anni di “digiuno” forzato.
Subentra in lui la consapevolezza che un essere umano ha bisogno di
relazionarsi con persone fisiche e non con freddi schermi televisivi; che
l’uomo ha bisogno di interrogarsi, di confrontarsi, ma – soprattutto - di
emozionarsi!
A
cosa porterà questa ribellione e la conseguente consapevolezza di Montag, ve lo
lascio scoprire leggendo il libro, il quale ha un finale davvero emozionante e
ricco di speranza. Non crediate – infatti – che il nostro mondo sia lontano da
tutto questo. Volete un esempio di come siamo vicini alla società descritta da
Bradbury? Prendete Twitter: un pensiero formulato in 140 caratteri non è
affatto un’idea stupida perché – se ci fate caso – pochi sono disposti a leggerne
di più. Quanti (realmente) aprono un post e si collegano all’articolo intero e
lo leggono dall’inizio alla fine, senza distrarsi, sforzandosi di comprendere
il messaggio in tutte le sue sfaccettature e – cosa ancora più impegnativa –
cercando di crearsi una propria opinione?
A
pensarci bene: quanti di voi sono giunti alla fine di questo articolo?
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