Anche i fiori piangono
strappati via dalla terra
strofinati tra le dita di un bimbo capriccioso
o di un adulto annoiato.
Dita crudeli, in ogni caso.
Anche i fiori piangono
appassendo al sole
seccati dall’afa
assetati d’acqua assente
divorati dall’arsura
di un clima impazzito
che non dà pioggia per mesi.
Anche i fiori piangono
annegando in un fiume in piena
che porta detriti:
le ossa dei morti
che l’uomo abbandona.
Anche i fiori piangono
venendo alla luce
tra i boschi di cemento
e le discariche tossiche.
Forti, seppur seccati dalla fatica;
fragili, benché eroi.
Anche i fiori piangono
lanciati a mazzi dalle spose;
donati in corone per ornare le casse
dei morti che non sentono il loro profumo,
che non vedono i loro colori,
che non odono i loro gridi
e non li udivano neanche prima.
Anche i fiori piangono
per i compagni calpestati
che non vedranno un altro giorno.
Anche i fiori piangono,
ma forse c’è un paradiso per i fiori
dove essi non piangono più,
un mondo tutto per loro
e per le api operose
e le farfalle leggiadre.
Manuela Barbagallo, 24/10/23
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