LA GIOIA DI SCRIVERE - TUTTE LE POESIE (1945-2009), W. SZYMBORSKA, ADELPHI |
La poesia mi affascina.
Da sempre. Da quando ho cominciato a padroneggiare l’uso della parola. Sì,
perché, se le parole sono versatili, le poesie lo sono ancora di più: sono
canzoni, le poesie. E lo stile di W. Szymborska è sempre così musicale, così
armonioso che – leggendo – mi sembra di danzare, di saltellare leggera tra le
sue parole come tra le note di uno
spartito. E, anche quando arrivo all’ultimo verso, una melodia rimane sospesa
nell’aria…
Certo, non mancano i
riferimenti biblici, le frecciatine alla politica, una forma di ironia velata
ma tagliente, i miti greci, richiami ai Latini, alle culture e alle filosofie
antiche, alla Storia con la “S” maiuscola, ma soprattutto a quella con la “s”
minuscola, quella fatta da persone comuni che hanno fatto la Storia ma non
trovano posto nelle pagine dei grandi libri; c’è qualcosa che assomiglia all’incanto del
disincanto, poi c’è il Tempo, lo studio della propria interiorità, la
razionalità con il giusto pizzico di follia o – forse – “solo” di
immaginazione. C’è l’amore, c’è la morte, c’è il dolore, c’è la sorte, c’è il
tema della memoria (sia quella individuale sia quella collettiva), ma la cosa
più sorprendente è che c’è una profondità infinita anche nelle parole e nei
versi più semplici. Mai banale, mai scontata, mai noiosa, W. Szymborska sa
trasportarmi, da sveglia, in un mondo onirico, e più perdo lucidità più mi
accorgo di acquisirne…
“Conosciamo noi stessi
solo fin dove
siamo stati messi alla
prova.
Ve lo dico
dal mio cuore
sconosciuto”.
[UN MINUTO DI SILENZIO
PER LUDWIKA WAWRZYŃSKA]
La mente non ha confini…
Ognuno di noi è molto più grande di quel che crede di essere e, ogni tanto,
quella parte più grande viene a raccontarci cose meravigliose sul nostro conto.
La vita ci sfida ogni giorno a scoprire un pezzetto in più di quell’immenso
mistero che siamo… Se solo sapessimo dare ascolto a noi stessi…
“Esperti degli spazi
dalla terra alle stelle
ci perdiamo nello spazio
dalla terra alla testa”.
[AGLI AMICI]
Nella apparente
semplicità (da non confondere con la banalità) sta la più grande forza di
questa autrice:
“fuori svolazza il cielo
e fa il bagno nel mare”.
[LE DUE SCIMMIE DI
BRUEGEL]
“Benvenuto e addio
in un solo sguardo”.
[ELEGIA DI VIAGGIO]
La caducità della vita e
la durevolezza delle civiltà, la lotta tra il materiale e lo spirituale,
dialoghi improbabili se non impossibili, perle di saggezza nella relatività
dell’assoluto e nell’assolutismo della relatività:
“«Non è né troppo tardi
né troppo lontano. l’isola
Qui è ovunque» disse il
terzo pescatore.
Seguì una sensazione di
disagio, calò il silenzio. È quel
che accade con le verità
universali”.
[PARABOLA]
E, con lei, ci rendiamo
conto di essere creature minuscole nell’infinito…
Con lei impariamo a
guardarci con e attraverso gli occhi degli altri, a considerare noi stessi come
creature immaginarie, quasi come riflessi di riflessi.
“Ombra reciproca nella
mia ombra”.
[MOSAICO BIZANTINO]
Immagini così
commoventi:
“Ruppe l’orologio del
municipio per fermare una volta per tutte la caduta delle foglie dagli alberi”.
“Quando gli fu detto che
non esisteva affatto, non potendo morire per il dispiacere – dovette nascere”.
[PROLOGO A UNA COMMEDIA]
Così romantiche,
malinconiche, evocative:
“Il tempo si è
arrotolato
negli anelli degli
alberi”.
[APPUNTO]
Così enigmatiche eppure
così illuminanti:
“Lui
ci ha allettati a uscire
dall’interno della specie,
ci ha condotti fuori
dalla sfera del sonno
prima della parola
sonno,
in cui ciò che è vivo
nasce per sempre
e muore senza morte”.
[APPUNTO]
E ci insegna a
osservarci da fuori, con sguardo distaccato, come se fossimo noi ma non fossimo
noi, come se la vita che viviamo non fosse la nostra, non ci appartenesse e la
vedessimo scorrere su uno schermo. Altrove. Una “scorporazione”, come se ognuno
di noi fosse
“Esposto
alla propria assenza”.
[NATO]
La scelta accurata delle
parole è bilanciata da spassosi giochi linguistici:
“La cipolla è un’altra
cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi
dentro
senza provare timore”.
[LA CIPOLLA]
E ineluttabilità:
“E qualunque cosa io
faccia,
si muterà per sempre in
ciò che ho fatto”.
[UNA VITA ALL’ISTANTE]
E un fatto è un fatto e
tutto è importante, anche ciò che non lo è.
Siamo un soffio, su
questa Terra, ma nonostante ciò o – forse – proprio per questo:
“Animuccia, solo
dubitando dell’aldilà
prospettive più ampie
potrai avere”.
[SULLO STIGE]
L’autrice ci insegna a
stare in una dimensione in cui non c’è il Tempo, una dimensione di essenza ma
di non-esistenza, come parte di un Tutto che è sempre e prescinde da noi.
“Sono qui un istante, un
solo minuto:
non saprò del dopo, non
l’avrò vissuto.
Come distinguere il
tutto dal vuoto?”
[COMPLEANNO]
“L’abisso non ci divide.
L’abisso circonda”.
[AUTONOMIA]
W. Szymborska ha il dono
di rendere speciale la quotidianità, di trasformare cose ordinarie in cose
straordinarie soltanto adottando una prospettiva differente, un punto di vista
diverso. Anche nella normalità si cela lo straordinario…
E, destreggiandosi
perfettamente tra solipsismi e riferimenti a innumerevoli correnti filosofiche,
sa sfumare il confine che separa il sono dalla veglia, l’essere e il percepirsi
attraverso la coscienza:
“neppure ricordando come
fosse il non esserci”.
“quanto vuoto ci spetta dall’altra
parte”,
un vuoto che è un
non-spazio da cui essere
“testimone,
dell’evento d’una lunga
attesa d’una vita breve”.
[***]
Sottintendendo, forse,
che alla morte torneremo là dove eravamo prima di nascere… L’obiettivo
principale è quello di invitarci a sfruttare al meglio ogni istante della
nostra vita per trasformare l’attimo in una scintilla di eternità. L’Infinito e
l’Eterno: vi siamo immersi e ne facciamo parte, ma l’autrice ci induce a
domandarci dove siano i limiti e i confini di noi stessi. E tante altre domande
ingenue e – tuttavia – pressanti siamo portati a farci, seguendo i suoi versi.
Senza dimenticare i compagni dell’Infinito, ovvero il Tutto e il Nulla.
“C’è tanto Tutto
che il Nulla è davvero
ben celato”
[LA VERITÀ ESIGE]
Domande pressanti quali,
ad esempio: cosa è reale e cosa non lo è? Dov’è (se esiste) il confine tra
sonno e veglia, tra sogno e realtà? E Tutto è dettato dal Caso o segue un
Destino già scritto? E dove ha il proprio principio l’inizio?
“Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà”.
[AMORE A PRIMA VISTA]
Come definirei la
poetica di W. Szymborska? Metafisica. Perché ha la capacità di andare oltre e
portarmi con sé…
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