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LA BELLEZZA

lunedì 17 febbraio 2020

TUTTO è UNO E L'UNO è...


Tutto è Uno e l’Uno è…
Amore”, scrive Giovanna Garbuio ne “Gli specchi esseni” (pag.23).
Amore”, sostiene anche Anodea Judith a pag. 278 de “Il libro dei chakra”. (“L’amore, collante [primario] dell’universo che tutto pervade […]” “[…] la forza di coesione per eccellenza” [Pag. 310]).
Amore”, scrive Dante Alighieri nell’ultimo verso de “La Divina Commedia”. (“L’amor che muove il sole e l’altre stelle”).
Energia divina”, scrive Igor Sibaldi ne “La trama dell’angelo”. (“Dappertutto è sempre un’unica energia divina”. [Pag. 182])
E che cos’è questa “energia” se non la vita stessa?
“Non c’erano confini tra le persone, tra le cose, gli esseri tutti. […] Un’unica origine, un’unica energia che è la vita. Ecco perché: Creatore del cielo e della terra”. [Pag. 183 de “La trama dell’angelo”].
Energia infinita”. “Io ti vedo senza inizio, né mezzo, né fine, con la tua energia infinita, le tue braccia in numero infinito, il Sole e la Luna quali tuoi due occhi, la tua bocca scintillante che divora le oblazioni, mentre riscaldi l’universo col tuo ardore”. [Canto XI, 19, Pag. 121 “Bhagavadgita”].
Divino”. “Per accedere al divino e diventare Dei, dobbiamo riconoscere la nostra natura divina quale parte del più grande mistero della rivelazione. Quando il cuore guarisce, la mente e il corpo, il mistico e il mondano, il sé e l’altro vengono riunificati in un’unità integrata”. [Pag. 279 de “Il libro dei chakra”].
“Il divino è qualcosa di più che la semplice coscienza. Nel suo totale dispiegarsi, il divino è anche bellezza, suono, amore, energia, sentimento e forma – elementi riflessi in ciascun chakra”. [Pag. 556 de “Il libro dei chakra”].
“Man mano che impariamo ad aprire e sanare i chakra che sono in noi, noi diventiamo il Ponte dell’Arcobaleno, legame vivente tra Terra e Cielo”. [Pag. 22 de “Il libro dei chakra”].
Tu. Chi sono tutti? C’è sempre il tu, soltanto. Sempre soltanto il tu”. [Pag. 257 de “La trama dell’angelo”]. “[…] tu non sei tu, tu sei l’interezza di quanto appare nel tuo mondo in quest’istante senza tempo. Non puoi attrarre niente e nessuno «là fuori» o «più tardi», poiché tutto è qui, adesso, e tutto sei tu, senza la minima piega di alterità a insinuarsi tra il tuo corpo fisico e la sedia, la persona seduta di fronte a te, la persona seduta di fronte a te, i rumori del traffico in lontananza”. [Pag. 9 Prefazione di Alessandro Baccaglini a “Gli specchi esseni”].
“«Un confine è un limite» ripeté tra sé …]. Gli parve estremamente importante, dato che se l’energia è una non ci sono limiti né confini […]”. [Pag. 183 de “La trama dell’angelo”].
In questi giorni mi è capitata davanti agli occhi - più volte e in libri diversi – questa frase o questo concetto: Tutto è Uno e l’Uno è…  Il mio intento, qui è quello di mettere insieme questi tasselli per vedere se riesco a farne risultare un quadro quantomeno comprensibile.
Siamo energia in un universo fatto di energia. Anche Dio è energia e dimora in ognuno di noi come noi dimoriamo nella sua essenza. Ognuno di noi, con la propria “bios”, è una piccola parte di questa infinita ed eterna “zoé”, ma – nello stesso tempo – porta dentro di sé una scintilla (o una fiammella) dell’immensità. C’è chi chiama questa energiaAmore”, poi c’è chi la chiama(va) “motore immobile” o “primo motore” [Aristotele[1]] e chi la chiama semplicemente “Vita”.
In tutto ciò esistono dei confini legati al corpo fisico e materiale, ma sono confini che nel mondo/corpo energetico si compenetrano a vicenda, si fondono e si stemperano fino a sfumare gli uni negli altri. Siamo tutti in qualche modo sottilmente legati tra di noi in un delicato gioco di equilibri. Certo, io sono io e tu sei tu, ma – facendo parte di un’unica essenza vitale – io mi rispecchio in te e tu in me. In ogni identità coesistono innumerevoli alterità, luci e ombre, Yin e Yang. Perciò non è mai tutto bianco o tutto nero. Ognuno ha la propria storia personale messa in relazione con la storia del mondo… Abbiamo i confini del nostro essere unici, della nostra personalità, ma – sebbene ogni individuo sia un mondo a sé – entra comunque in relazione con gli altri. Ne ha bisogno: non si può avere un buon rapporto con se stessi se non lo si ha con gli altri e viceversa! Il corpo stesso costituisce, forse, un confine tra il mondo esterno e quello interno. Dico “forse” perché il nostro corpo eterico (o energetico) si estende al di fuori del nostro corpo fatto di carne e ossa… “Diventare tutt’uno con il divino significa dissolvere o trascendere i confini che ci tengono separati. Questi confini esistono solo nella nostra mente”. [Pag. 486 de “Il libro dei chakra]. Ricordiamoci, però, che diventare tutt’uno con questa grande energia non significa perdere se stessi: “Non esiste un Noi senza un Io” scrive ancora Anodea Judith [pag. 485].
“Quando rispettiamo la nostra individualità, rispettiamo le sottili relazioni che si trovano all’interno di noi” e “ciascuna parte è un elemento essenziale dell’intero”. [Pp. 335 e 336 de “Il libro dei chakra”]. E quando cerchiamo la trascendenza, stiamo aspirando – in realtà – a ricongiungerci con quella Totalità di cui facevamo/facciamo parte. Che la si chiami “Io grande”, “Dio”, “Energia universale” o in qualsiasi altro modo che lasci immaginare qualcosa di più esteso, non importa: l’importante è imparare a sentirne la potenza.
“Per sviluppare l’amore – amore universale, amore cosmico, comunque vi piaccia chiamarlo – bisogna accettare l’intera situazione della vita così com’è, le luci e le ombre, il bene e il male”. [Chӧgyam Trungpa[2]].
“L’amore è l’essenza che cura. […] È la medicina universale. […] Nello iato tra il Cielo e la Terra l’amore è la forza legante che salda i gradini multicolori del Ponte dell’Arcobaleno”. [Pag. 335 de “Il libro dei chakra”].
E forse, a pensarci bene, non c’è alcun inizio né alcuna fine, ma soltanto un infinito cerchio di eternità e quando agiamo su una parte influiamo sul Tutto; e, nella testa, comincia a frullarmi il pensiero che l’Uno sia il Tutto e il Tutto sia nell’Uno! Probabilmente tutte le nostre ricerche, compresa la Ricerca della Felicità, hanno un unico scopo: collegare il finito con l’infinito…  [Vedi pag. 479 de “Il libro dei chakra].
“La psiche e il mondo costituiscono un’inseparabile unità più che un’inconciliabile dualità”. [Carl Gustav Jung]


TESTI CITATI:
"BHAGAVADGITA", A CURA DI ANNE-MARIE ESNOUL, 
ADELPHI
"IL LIBRO DEI CHAKRA" DI ANODEA JUDITH, NERI POZZA



"LA TRAMA DELL'ANGELO" DI IGOR SIBALDI, ANIMA


 
"GLI SPECCHI ESSENI" DI GIOVANNA GARBUIO, IL PUNTO D'INCONTRO


[1] Nel pensiero di Aristotele il motore immobile o primo motore è un concetto che rappresenta la causa prima del divenire dell’universo. È una fonte originaria del moto priva di moto. [Fonte: Wikipedia]
[2] ChӧnTrungpa (5-3-1939, Kham – 4-4-1987, Halifax, Canada) è stato un filosofo e maestro di meditazione tibetano. È stato maestro di meditazione buddhista sia della scuola Kagyu che della scuola Nyngma. È stato anche sommo abate del Monastero di Surmang, poeta ed artista. [Fonte: Wikipedia].

IL LIBRO DEI CHAKRA


“Il libro dei chakra – Il sistema dei chakra e la psicologia” di Anodea Judith, Neri Pozza (I Colibrì).
È un ottimo strumento per:
-         Capire i condizionamenti cui siamo sottoposti quotidianamente e dissiparne gli effetti devastanti.
-         Riconoscere e integrare l’ombra (ovvero la nostra parte oscura).
-         Trovare equilibrio energetico e armonia (facendo “scaricare” i chakra in eccesso e convogliando energia in quelli carenti).
-         Riconoscere i traumi e porvi rimedio.
-         Imparare a prenderci cura di corpo e mente, ascoltando ciò che hanno da dirci.
-         Imparare a relazionarci con gli altri relazionandoci con noi stessi.
-         Riappropriarci della nostra vita diventando più consapevoli del nostro “essere”.
-         Riuscire a rimuovere gli impedimenti che si frappongono tra noi e la nostra realizzazione.
-         Rivendicare i nostri diritti di esseri umani.

venerdì 14 febbraio 2020

RACCONTO DI UNO SCONOSCIUTO


È difficile allontanare i tormenti dell’anima soltanto allontanando il corpo da ciò che ci ha fatto o ci sta facendo stare male perché, molto probabilmente, porteremmo con noi quelle sofferenze. Il mondo, forse, si divide tra coloro che pensano che le persone possano cambiare e coloro che sostengono il contrario.
“Compito dello scrittore è individuare i problemi e porli correttamente, ma non tocca allo scrittore risolverli”.
Nel “Racconto di uno sconosciuto” c’è un sottinteso più o meno involontario che non vi svelerò, per non guastarvi il piacere della lettura…
“L’artista non deve essere giudice dei suoi personaggi né di ciò che essi dicono, ma solo testimone spassionato”.
Posso dirvi, però, che – più che i personaggi in carne e ossa (vale a dire quelli dotati di nome e cognome) – sono le sensazioni, gli stati d’animo e i sentimenti i veri protagonisti di questo racconto malinconico e struggente: amore, paura, disperazione e disillusione spiccano fra tutti.
Anton Čechov, “Racconto di uno sconosciuto”, Elliot Edizioni.