È difficile
allontanare i tormenti dell’anima soltanto allontanando il corpo da ciò che ci
ha fatto o ci sta facendo stare male perché, molto probabilmente, porteremmo
con noi quelle sofferenze. Il mondo, forse, si divide tra coloro che pensano
che le persone possano cambiare e coloro che sostengono il contrario.
“Compito dello
scrittore è individuare i problemi e porli correttamente, ma non tocca allo
scrittore risolverli”.
Nel “Racconto di uno
sconosciuto” c’è un sottinteso più o meno involontario che non vi svelerò, per
non guastarvi il piacere della lettura…
“L’artista non deve
essere giudice dei suoi personaggi né di ciò che essi dicono, ma solo testimone
spassionato”.
Posso dirvi, però,
che – più che i personaggi in carne e ossa (vale a dire quelli dotati di nome e
cognome) – sono le sensazioni, gli stati d’animo e i sentimenti i veri
protagonisti di questo racconto malinconico e struggente: amore, paura,
disperazione e disillusione spiccano fra tutti.
Anton Čechov, “Racconto di uno sconosciuto”, Elliot
Edizioni.
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