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LA BELLEZZA

mercoledì 27 marzo 2024

Han Kang, L'ORA DI GRECO

 

Han Kang, "L'ora di greco", Adelphi.

“E alla fine, un inverno, era arrivata QUELLA COSA. Aveva appena compiuto sedici anni quando, di colpo, il linguaggio che l’aveva imprigionata e torturata come un vestito intessuto di migliaia di spilli era sparito. Il suo udito funzionava ancora, ma un silenzio simile a uno strato spesso e compatto di aria le aveva ostruito lo spazio tra la chiocciola dell’orecchio e il cervello. Avviluppato in quel vuoto sordo, il ricordo di come usare le labbra e la lingua per pronunciare le parole, o la mano per stringere una matita, si era fatto inaccessibile. Non  pensava più in parole, comprendeva senza parole. Il suo corpo era assediato dentro e fuori da un silenzio che risucchiava lo scorrere del tempo, un silenzio ovattato come prima di imparare a parlare – anzi, come prima di venire al mondo”.

Un libro in cui le parole trovano compiutezza nel silenzio.

Un libro frammentario basato sul tentativo di fondere elementi opposti come il mutismo e la cecità.

Un libro in cui lo straniamento e l’incomunicabilità cercano un punto di contatto. Lo troveranno?

Assurdi indimostrabili che collidono.

Immagini sfocate e spezzettate come i sogni quando si tenta di ricordarli, al mattino.

Un libro in cui ciò che non si vede e ciò che non si sente diventano più importanti di ciò che si vede e si sente.

Un libro in cui il silenzio prende corpo, un corpo pesante, una massa opprimente.

Un libro in cui la cecità diventa il silenzio degli occhi poiché il silenzio immediato e fulmineo di lei e la cecità lenta e progressiva di lui sono opposti e/ma complementari. O – forse – sono la stessa cosa. Il risultato, comunque sia, è l’incontro di due solitudini e il loro tentativo di comunicare attraverso un nuovo (o forse antico?) comune linguaggio che non vede e non parla, ma è in grado di “sentire”, di percepire.

Il suono e il silenzio, il giorno e la notte, il sonno e la veglia, la luce e il buio tornano a essere un unico elemento senza tempo, un elemento che precede la Creazione, una dimensione sospesa tra un tic e un tac…

“Non uscirò dal sogno aprendo gli occhi,

sarà il mondo a spegnersi al mio risveglio”.

 

Han Kang, “L’ora di greco”, Adelphi.

 

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