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LA BELLEZZA

venerdì 18 maggio 2018

GIUSEPPE MONTESANO


CHI è GIUSEPPE MONTESANO?




“Non abbiamo tempo? E allora leggiamo in treno, in aereo, nella metro, a letto, sotto il tavolo, sotto il banco.  Leggere per vivere vuol dire attingere a quell’energia che fa essere la realtà diversa da una prigione, e dobbiamo diventare lettori selvaggi proprio ora che non abbiamo tempo”: Giuseppe Montesano parte dal suo Lettori selvaggi per distillare un appassionato pamphlet che compendia un’intera visione dell’uomo e della conoscenza e si propone come rifondazione di un umanesimo contemporaneo. Montesano parla a ciascuno di noi: a chi gli si siede vicino in metropolitana, a chi rifugge ogni slogan e certezza, a chi non teme la propria ignoranza perché sa trasformarla in sete di conoscenza.
Con le pagine di questo libro partiamo per un viaggio attraverso le conquiste delle neuroscienze che si ribellano alla dittatura digitale, siamo investiti dal grido di chi non accetta le semplificazioni sciocche spacciate per progresso, e siamo colti dallo stupore sprigionato da una poesia letta ad alta voce e condivisa parola per parola. Montesano argomenta e racconta, e ci ricorda che aprire un libro vuol dire entrare nel regno della libertà. Il lettore disposto a lasciarsi cambiare dai libri che incontra, pronto a nascere e ad amare di nuovo a ogni pagina, è un lettore selvaggio: nell’avventura ha da perdere solo la sua prigionia, e ha tutta la vita da guadagnare.

Sabato 12 maggio 2018, nella Sala Blu del Salone del Libro di Torino Goffredo Fofi ha intrattenuto un fitto dialogo con lo scrittore Giuseppe Montesano (autore di Come diventare vivi. Vademecum per lettori selvaggi). Qui di seguito troverete la trascrizione (basata sulla rielaborazione dei miei appunti) delle tematiche affrontate durante la conferenza: buona lettura.
Come reagire all’interno della società di oggi? Come stare nell’inferno del presente in maniera attiva? E’ vero che leggere è importante per vivere, ma le cose sono cambiate, col passare degli anni: un tempo leggere era importante per pensare, oggi – invece – è importante per non pensare, per fuggire dalla realtà. Bisogna cercare i libri necessari, quelli che ci scuotano dal torpore, che ci mettano in crisi, che mettano in discussione le nostre certezze e – con esse – i nostri blocchi. Stiamo assistendo a un nuovo tipo di analfabetismo: gli analfabeti di oggi (che prendono il nome di ANALFABETI FUNZIONALI DIGITALIZZATI) sanno leggere, ma ignorano. Leggere per vivere, dunque, ma è necessario saper scegliere le cose giuste da leggere. Innanzitutto.
 Non tutti i libri rappresentano la cultura, e leggere i libri “sbagliati” fa male in quanto  impedisce al cervello di attivare nuove connessioni neuronali. Il nostro cervello è in grado di “crescere” soltanto quando incontra degli ostacoli, quando subisce degli “shock”, delle “scosse” emozionali (oltre che culturali).
Ultimamente sembra sia stata abolita la parola “sforzarsi”. Tante persone – ad esempio -  non prendono più appunti con carta e penna, ma questo comportamento è deleterio perché chi scrive col tablet non opera una selezione, una scrematura delle informazioni prima di digitarle: scrive tutto.
Facciamo fare ai dispositivi digitali ciò che prima facevamo noi. E’ una sorta di delega delle azioni… E delle responsabilità.
E’ nato un nuovo tipo di narcisismo: abbiamo bisogno di riconoscimenti, di approvazione, di like e non sopportiamo la competizione. Dobbiamo essere al centro di tutto, migliori di tutti.
Non abbiamo più uno sguardo critico sul mondo, sulle notizie. Non riusciamo più a vedere il futuro davanti a noi perché – considerato il modo in cui stiamo vivendo – non abbiamo più un futuro!
Abbiamo perso la capacità di aspettare: tutto deve essere immediato. Non rispettiamo i tempi della mente e neppure quelli del corpo. Per questo motivo non sopportiamo più né le ferite né i dolori: vogliamo delle forme di “oppio” che attutiscano il nostro impatto col mondo e con la realtà circostante. Ci stiamo velocemente avviando verso intelligenze artificiali che non sono in grado di provare sentimenti verso il prossimo o verso il futuro.
Non abbiamo più contatti con le coscienze complesse: allacciare relazioni interpersonali è diventato incredibilmente complicato, ma non abbiamo capito che ogni cosa, ogni cambiamento riguarda sia il singolo individuo sia il rapporto del singolo individuo con gli altri. Infatti è l’unione degli individui che crea le comunità…
E, tornando alla facoltà di sforzarsi, c’è da dire che il piacere di fare qualcosa che porta ad un’evoluzione personale, ad una crescita, è enorme. Il piacere è direttamente collegato alla crescita individuale, pertanto il piacere di leggere nasce nel momento in cui ciò che sto leggendo mi sta facendo “salire di livello”. Leggendo arrivo a comprendere delle cose, ad apprendere delle cose e – poiché la cosa mi piace – voglio capire di più, voglio imparare sempre di più. Questo è il senso del titolo del  libro di Montesano: Diventare vivi. Per “diventare vivi” occorre una crescita continua che – certamente -  non sarà esente da cadute o ferite (e non lo dovrà essere), ma porterà a molti benefici.

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