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lunedì 10 giugno 2019

DE CHIRICO ALLA GAM DI TORINO


INFLUENZE
Visitando la mostra dedicata a Giorgio de Chirico è difficile non rimanere colpiti dalla grande varietà, di tecniche e di artisti, che orbitano attorno alla figura di questo pittore. Le opere di de Chirico hanno, infatti, rappresentato un’inesauribile fonte di ispirazione per moltissimi artisti, sia italiani sia internazionali e, viceversa, anche lo stesso de Chirico fu influenzato da grandi maestri (soprattutto italiani, fiamminghi e francesi). Un nome, in particolare, spicca fra tutti ed è quello di Michelangelo Buonarroti: la mostra presenta – a tal proposito – una sezione speciale, in cui compare lo Studio di braccio per una figura della Volta Sistina (disegno di Michelangelo, 1508-1509 circa, proveniente da Casa Buonarroti) “insieme a disegni di Giorgio de Chirico dedicati allo studio degli affreschi michelangioleschi della Volta della Cappella Sistina e a due opere di Tano Festa, pittore che tra i primi ha usato il tema della citazione dai grandi maestri ispirandosi proprio a de Chirico”.
Particolarmente interessanti risultano essere l’Omaggio a de Chirico, di Ezio Gribaudo (tecnica mista su carta intelata, che ripropone l’Ettore e Andromaca davanti a Troia dipinto da de Chirico)
Ettore e Andromaca davanti a Troia, Giorgio de Chirico
Omaggio a de Chirico, Ezio Gribaudo
e il filmato  muto VB 47 (2001) di Vanessa Beecroft, composto da “manichini viventi”. In realtà, tutte le opere esposte sono ricche di fascino e possiedono la mirabile capacità di far emozionare gli spettatori e di far provare loro molteplici sensazioni; la cura con cui sono disposte le opere – inoltre – ha, senza dubbio, una grande rilevanza: penso, ad esempio, all’accostamento de I mobili nella valle (Mario Ceroli, 1965) al dipinto Mobili nella valle (Giorgio de Chirico, 1968).
Mobili nella valle, Giorgio de Chirico (a sinistra) e I mobili nelle valle, Mario Ceroli (a destra)
Guardando le due rappresentazioni potreste provare la sensazione di trovarvi nel dipinto di de Chirico proprio perché, accanto ad esso, è posta la sua “trasposizione tridimensionale”.
I GRANDI TEMI RICORRENTI
Le muse inquietanti, Giorgio de Chirico
Le opere di/su de Chirico esposte alla GAM di Torino sono caratterizzate dalla presenza di temi ricorrenti tra i quali, ad esempio, troviamo le Muse (figure inquietanti, protettrici delle arti e depositarie – immobili ed enigmatiche – di conoscenze o, forse, di misteri millenari), i gladiatori, l’Antichità, i misteri, le ombre, i ritratti (e gli autoritratti) e gli interni metafisici, dalle geometrie ben definite. I manichini dominano la scena, infondendo nello spettatore  sensazioni di  inquietudine e spaesamento.
LE SEZIONI DELLA MOSTRA
Oltre alla sezione dedicata a Michelangelo Buonarroti è possibile ammirare un allestimento di opere che hanno, come fulcro, il tema dell’ombra. “L’ombra rappresenta un elemento centrale nella pittura metafisica di de Chirico: le ombre delle statue, delle arcate, delle architetture aumentano infatti il senso di enigma, di inquietudine e di fascino della sua pittura e hanno avuto un’influenza vastissima su moltissimi artisti internazionali che le hanno usate per amplificare il senso di mistero delle proprie opere”.
Bagni misteriosi con cigno, Giorgio de Chirico
Oasi d'ombra, Gino Marotta
C’è una sezione interamente “dedicata al rapporto tra lo spazio e la scultura, uno dei temi centrali della pittura di de Chirico, con la rappresentazione di monumenti al centro delle piazze, con i frammenti di sculture antiche, fino ai manichini sospesi tra l’essere umano e la statua e agli intrecci ‘architettonici’ di oggetti, di prospettive sghembe e di strumenti del pittore, come telai, cavalletti e squadre”.
Contatto con la superficie sensibile, Claudio Abate
Grande importanza assume, inoltre, la collezione di ritratti/autoritratti, tra cui spicca l’opera di Claudio Abate: Giorgio de Chirico 20.12.72 ore 22.23. Contatto con la superficie sensibile. 1972 (anno di stampa) stampa ai Sali d’argento, da negativo b/n. Roma, Collezione Giulia e Riccardo Abate.
E ancora: “Derive” e “Citazioni”, ovvero le sezioni dedicate alle influenze che de Chirico ebbe su artisti italiani e internazionali.
LA METAFISICA
La metafisica di de Chirico non è soltanto un ramo di una corrente filosofica, è un modo di rappresentare “realtà” che stanno al di là di ciò che vediamo di solito; le sue sono rappresentazioni che trascendono la natura e, soprattutto, l’ordinario; sono descrizioni di un mondo in cui neppure il tempo sembra essere quello che è. Il tempo di de Chirico è immobile, non scorre, non esiste; è un tempo in cui “sulla grande curva dell’eternità il passato è uguale all’avvenire”. [Da una lettera di de Chirico a Guillaume Apollinaire, 1916]. È evidente, a tal proposito, l’influenza del filosofo Nietzsche (e del suo concetto di eterno ritorno) sul pittore. “De Chirico contestava tuttavia anche il valore delle opere d’arte basato in modo semplicistico sulle datazioni dei diversi periodi della sua pittura”.
La metafisica di de Chirico è, dunque, caratterizzata soprattutto dall’utilizzo di manichini (figure al confine tra il vivente e il non-vivente), di ombre nette e lunghe e di geometrie che delimitano rigidamente gli spazi.
SUGGERIMENTI AL PUBBLICO E CONCLUSIONI PERSONALI
Vi invito a sbirciare attraverso gli spioncini della Casa di Giosetta Fioroni (Casa: interno familiare, 1969), ad ammirare l’intensità del Rosso Veneziano di Lucio del Pezzo (1965)
Rosso Veneziano, Lucio del Pezzo
e la brillantezza dei colori degli acrilici su legno ritagliato, di Ugo Nespolo (Al Museo in volo & a zompi, 1991).
Al Museo in volo & a zompi, Ugo Nespolo
L’ordine, la sospensione del tempo e i volti senza tratti di alcuni manichini potrebbero farvi provare sensazioni contrastanti come calma e angoscia, serenità e turbamento… Il mio consiglio? Lasciatevi invadere e pervadere da tali sensazioni, lasciate che esse vi conducano “oltre” la realtà ordinaria!
La mostra su  Giorgio de Chirico è un’occasione imperdibile per gli amanti dell’arte in tutte le sue sfaccettature, ma anche per chi volesse semplicemente lasciarsi trasportare in un mondo straordinario in cui perdere la nozione del tempo. Almeno per un po’ … A proposito: c’è tempo fino al 25 agosto 2019!

2 commenti:

  1. Il quadro di Gribaudo sembra un selfie in un luogo di villeggiatura. :)

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    1. Effettivamente hai ragione, non l'avevo mai visto da questa prospettiva! ;)

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