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giovedì 17 maggio 2018

"Angeli minori" di Antoine Volodine. L'Orma Editore


La civiltà è da tempo tramontata, e alcune vegliarde immortali guardano con occhi delusi il nipote Will Scheidmann: lo hanno creato con pezzi di stoffa e incantesimi, ma ne sono state tradite. Pronto a essere giustiziato dalle proprie nonne, Will le intrattiene come un novello Sheherazade con una particolarissima forma di racconti intessuti di storie  e figure stranianti allucinate: sono i narrat, «istantanee romanzesche» di sua invenzione, nelle quali tutte le trame di un’unica tela narrativa si incrociano, si sfilacciano, si riuniscono. L’umanità di cui narra è ormai quasi estinta, e solo sparute voci si levano da una terra ridotta a un ammasso post-apocalittico di tendopoli e rovine. Le strade sono, però, ancora vive di una piccola e folle masnada di musicisti, scrittori, vagabondi  e sciamani, che pur nella disperazione non rinuncia alle speranze dell’amore e al piacere di un humor nero feroce e vitale.
Angeli minori è un’opera seducente e folgorante su un mondo oltre la fine del mondo. Una sinfonia di voci e personaggi che provengono da un futuro riposto nei lati oscuri della nostra coscienza.


RECENSIONE

Realtà distorte che non si distinguono dai sogni… O dagli incubi. In un surrealismo degno di Kafka si alternano personaggi che a definirli strani o bizzarri li si renderebbe quasi normali o – quantomeno – plausibili. Storie a un passo dal delirio, frammenti di vite, pochi fotogrammi per ogni racconto… Fotogrammi che, se collegati tra loro, vanno a comporre un puzzle di una bellezza inquietante. E il senso di profonda inquietudine viene amplificato dalla freddezza con cui Volodine è solito rappresentare scene cruente o macabre, dando forma a quella che potrebbe definirsi “ordinaria follia”. Magia, sciamanismo e dettagli onirici fungono da collante, in questo romanzo dallo stile visionario.
Angeli minori è una raccolta di racconti brevi, sconvolgenti e apparentemente sconnessi tra loro che trovano, però – pian piano – un filo conduttore nella creazione di un mondo a pochi passi – eppure distante anni luce – da quello in cui viviamo. Ogni racconto – imprescindibile dagli altri - è paragonabile a una fiaba, a una leggenda che lascia nel lettore uno sconcerto simile a un seme: lentamente ogni seme metterà radici, germoglierà e darà origine a fiori spaventosi per la loro natura unica e sinistra. A quel punto l’apparente nonsense, che si sarà fatto largo nella mente del lettore, assumerà - via via – contorni più limpidi, più nitidi, rivelando immagini grottesche e mostruose, ma – allo stesso tempo – affascinanti, quasi ipnotiche.
Se è vero che ogni racconto è indispensabile per dar vita a uno scenario distopico intriso di decadentismo, è anche vero che alcuni dei racconti presenti in Angeli minori “passano” come una folata di vento davanti allo sguardo attonito del lettore, lasciandogli all’interno soltanto immagini frammentarie, come al risveglio da un sogno… O da un incubo.
Volodine è stato in grado di rappresentare un mondo in prossimità del collasso totale in cui, però, il percorso per arrivare alla fine risulta essere ancora lungo ed estenuante. Il crollo dell’umanesimo è reso magistralmente grazie allo “stile onirico” dell’autore, il quale è riuscito a conferire a questo romanzo l’aspetto di una serie televisiva. Ogni racconto è come una puntata di tale serie.
I riferimenti politici sono sempre presenti anche se li si può trovare sotto varie forme che vanno dalla velata ironia al sarcasmo più pungente.
Desolazione, solitudine, silenzio e squallore si amalgamano perfettamente tra loro in una realtà in cui il cannibalismo è – ormai – all’ordine del giorno. Gli scenari ricordano vagamente quelli descritti da McCarthy nel suo La strada.
Analizzando più a fondo Angeli minori, si scorge una particolarità anche nel narratore: esso sembra sempre lo stesso e – contemporaneamente - sempre diverso.  E’ come se una sorta di coscienza collettiva si esprimesse – di volta in volta – attraverso un personaggio diverso. Sono proprio questi personaggi gli “angeli minori” cui si fa riferimento nel titolo;  sono i protagonisti dei narrat di Will, sono gli ultimi sopravvissuti di un’umanità decimata, quasi estinta.
Una volta terminata la lettura di questo romanzo è inevitabile sentirsi come al risveglio da un sonno dominato da sogni tormentosi e arrivare a chiedersi: ho sognato il futuro?

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