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giovedì 12 gennaio 2017

Recensione di "Io, robot" di Isaac Asimov. Oscar Mondadori Editore.



“Io, robot” è una splendida raccolta di 9 racconti futuristici, fantascientifici, di una realtà forse non troppo lontana da noi, in un tempo non così distante. 9 racconti basati su solide fondamenta: “le Tre Leggi della Robotica”.
1.     Un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno.
2.     Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge.
3.     Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
                                                Manuale di Robotica, 56ª Edizione, 2058 d.C.
Un libro che si pone una domanda fondamentale: come affronteremmo – noi esseri umani – la convivenza con le macchine? Dove – per macchine -. si intendono, chiaramente, robot umanoidi, in grado non solo di svolgere compiti di ogni genere, ma anche in grado di pensare o addirittura leggere nel pensiero. 9 storie diverse e solo apparentemente scollegate, che invece hanno spesso in comune gli stessi personaggi. Gli androidi sono l’altro “filo di colla” attraverso cui si snodano le storie narrate. Storie così moderne e così attuali, che ci pongono di fronte a questioni etiche, morali, socio-politiche e scientifiche che non sembrano affatto appartenere all’epoca in cui sono state scritte (1950), ma ad oggi. Problematiche di ordine etico, morale e – non per ultimo – pratico, quindi; nuovi indirizzi professionali come la “robopsicologia” si prospettano all’orizzonte di un futuro in cui la nostra baby-sitter potrebbe essere una macchina. Racconti che svelano aspetti oscuri sia della psicologia umana, sia di quella robotica. Tecnologia all’avanguardia, viaggi nello spazio infinito, oltre la nostra galassia, oltre gli orizzonti conosciuti; e ancora: governo e questioni economiche mondiali gestite da macchine pensanti; nuovi bisogni e nuove esigenze per l’umanità ormai indissolubilmente legata, mescolata, ma non del tutto amalgamata ad una fetta di popolazione costituita da metallo e circuiti. Pregiudizi degli umani nei confronti delle macchine e viceversa; sì, viceversa, perché come l’uomo non si è mai fidato completamente delle proprie creature robotiche, così neanche queste ultime nutrono una cieca fiducia nei confronti di noi poveri esseri fatti di carne e di ossa. Sentimenti e sensazioni di ogni genere si intervallano in questo libro: paura, fiducia e diffidenza, superiorità e inferiorità, rabbia, amicizia, lealtà e molto altro ancora è presente in queste pagine che oltre a farci sorridere e commuovere, mirano a farci riflettere su dove siamo diretti e su quale futuro ci attende dietro l’angolo.
Come dicevo, le Tre Leggi della Robotica sono lo scheletro, l’ossatura di ogni trama, di ogni racconto. Sono l’ancora di salvezza per QUASI tutti i problemi sollevati all’interno delle varie storie; QUASI, perché talvolta anche tre regole così ben congegnate, possono ritorcersi contro i loro ideatori e rappresentare un intralcio non indifferente. Libero arbitrio e Leggi della Robotica non possono, infatti, andare di pari passo, così come, di sicuro, non possono farlo neppure personalità e rigidi funzionalismi.
Bello, emozionante, avvincente. Adatto a tutti.

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