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giovedì 4 novembre 2021

UNA COLLEZIONE SENZA CONFINI

 

Jim Lambie, "Metal Box (Southern Ocean)", 2012

 

33 grandi artisti internazionali, 56 opere (di cui ben 22 appartenenti alla storica collezione di Fondazione Arte CRT) per “Una collezione senza confini”, la nuova mostra allestita alla GAM di Torino da Riccardo Passoni (Direttore della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e, in questo caso, anche Curatore).

Riccardo Passoni. Alle sue spalle J. Sarmento, "White Veil", 2013

Questa esposizione nasce innanzitutto con l’intento di dare visibilità a opere che, nel tempo, ne hanno avuta poca. Poi, come il titolo suggerisce, per accogliere artisti da tutto il mondo, senza limiti dovuti a confini geografici. Infine, per riunire sotto lo stesso tetto stili, tecniche, materiali, periodi storici, ‘messaggi’ (significati) e correnti artistiche differenti.

Panoramica di alcune opere esposte in "Una collezione senza confini"

“Vi sono rappresentazioni che evocano una narrazione, conclusa o in sospensione (Marina Abramovic, Hannah Starkey);

Marina Abramovic, "The Communicator", 2012

 la tradizione e la cura (Chen Zhen); gli affioramenti del rimosso (William Kentridge, Tracey Moffatt); il dramma della storia e delle sue cicatrici, in una dimensione ideologica (Alfredo Jaar).

A sx: Alfredo Jaar, "Milan, 1946: Lucio Fontana visits his studio on his return from Argentina", 2013.  A dx: Alexsandra Mir, "The World Map of Underworlds", 2010


 

 E ancora: emergono la messa a fuoco di una dimensione favolistica o leggendaria (Mark Dion, Matt Collishaw), 

Mark Dion, "La Fontaine", 2007

 

 

 

 

a contrasto con lo sguardo sull’innammissibile, la dura necessità del ricordo (Christian Boltanski);

Christian Boltanski, "Containers", 2010/ "Children", 2011

 

 o il recupero di certi spazi mentali, di alienazione (Ilya e Emilia Kabakov) o di incursioni sul paranormale (Marcos Luthyens, Laurent Grasso).



Tecniche, materiali, riferimenti ‘iconografici’ ed espressivi sono però tutt’altro che univoci. Sono solo alcune opere a chiamare in soccorso generi stilistici ormai consolidati, ma con quali differenze nella ricerca di un significato! V’è il ritornante espressionista, una dimensione mai veramente dismessa nel Novecento (Georg Baselitz, Anselm Kiefer, Hermann Nitsch),

Sulla sx: Georg Baselitz, "Gut Grau", 2009. Sulla dx: Hermann Nitsch, "Schüttbild", 1994
Anselm Kiefer, "Einschüsse (Wundtau regnet)", 2010

e con rinnovate incursioni nelle generazioni più giovani (Albert Oehlen, Cecily Brown). E, ancora l’astrazione nelle sue alte declinazioni: analitica, classificatoria, forse inespressiva (Liam Gillick, Carsten Höller), oppure costretta in una veste ‘drammatica’ o disorientante percettivamente (Jim Lambie), o di poetico afflato, dai sorprendenti richiami a modelli di storica tradizione (Sean Scully). Analitico è anche il processo di svelamento dell’immagine – in una sorta di astrazione rappresentativa – di Julião Sarmento. Ma come si potrà verificare in esposizione, sono molte anche le altre suggestioni presenti: dalla rilettura dell’Avanguardia Costruttivista in senso ‘poverista’ di Kcho alla ritrovata naïveté di Kiki Smith, dal pensiero di rappresentazione architettonica di Pedro Cabrita Reis all’afflato ironico, leggero quanto inquietante, che sostiene i lavori di Cornelia Parker[1]”.
Mona Marzouk, "Reconfigured Monuments", 2001



Preparatevi perché ci sono installazioni davvero sconvolgenti per la loro potenza espressiva di significante e di significato; alcune di esse sanno scuotere la coscienza nel profondo, altre scatenano suggestioni e sensazioni contrastanti; altre ancora, pregne di enorme valenza storica e di innegabile impatto visivo, sanno far vibrare le corde delle emozioni. “Una collezione senza confini” è un bellissimo modo di viaggiare nel mondo pur muovendosi soltanto negli spazi espositivi della GAM.
Anselm Kiefer, "Humbaba", 2009



[1] Dal catalogo di “Una collezione senza confini – Arte Internazionale dal 1990”, Silvana Editoriale.

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