Il talento di uno
scrittore risiede nel saper assolvere l’arduo compito di trasportare il lettore
all’interno della narrazione a tal punto che quest’ultimo non possa fare a meno
di immedesimarsi nel protagonista o nei protagonisti. Siano essi buoni o
cattivi non è importante; ciò che conta è il coinvolgimento e “Nuvole di fango”
è sicuramente coinvolgente. Racconta la storia di un uomo, Jonathan, al quale è
stata concessa la libertà condizionale dopo un periodo trascorso in carcere con
l’accusa di violenza su minore. Fin dalle prime righe del romanzo il lettore
non solo percepisce i sentimenti del protagonista, ma entra in empatia con lui.
Nella mente di Jonathan vediamo affacciarsi l’impazienza, la tensione, la gioia
trattenuta a stento, ma anche il nervosismo e la paura. E’ come un parto nel
quale questo giovane uomo macchiatosi dell’orrendo crimine di pedofilia, sente
di dover dare alla luce un nuovo individuo. La libertà concessagli rappresenta
un’occasione per rinascere in una veste nuova, diversa, migliore. Uscito dal
carcere, Jonathan tornerà dalla madre, con la quale ha un rapporto controverso:
le vuole bene, desidera recuperare il tempo perduto lontano da lei, si sente in
colpa per averla lasciata sola e ha il timore di poter essere nuovamente
costretto ad abbandonarla per tornare in carcere; nello stesso tempo, non
sopporta la sua presenza che rompe il silenzio, a lui così caro. Perché
Jonathan è un individuo introverso, amante della solitudine e del silenzio. L’unica
compagnia da lui tollerata è quella degli animali: Jonathan ama immergersi
nella natura, è cresciuto in un villaggio di pescatori che lo ha portato ad
appassionarsi agli uccelli, ma soprattutto ai pesci, tanto da spingerlo
addirittura a salvare una tinca ferita portandola a casa con sé e mettendola
nell’acquario in camera sua. Sarà proprio questo pesce a dare il titolo al
libro, poiché la tinca è anche conosciuta come “nuvola di fango” o “pesce
dottore”. In casa con la madre Jonathan cercherà di riprendere in mano le
redini della propria vita, scandendo le giornate con rigidi schemi nel
tentativo di soffocare – in quella schematicità e in quella routine quotidiana –
il lato oscuro della propria mente. Svolgerà esercizi di auto-aiuto e si porrà
come obiettivo quello di diventare una persona migliore. Il rischio di cadere
nuovamente nel baratro della pedofilia sembra allontanarsi lentamente, ma ecco
piombare Elke, nella sua vita. Elke è una bambina sola e – fisicamente – molto particolare.
Come Jonathan, ama la natura e gli animali. Tra i due inizierà – così – una frequentazione
sempre più assidua che porterà il lettore ad addentrarsi in profondità nella
mente e nei pensieri più oscuri di un uomo malato. Al lettore spetterà anche il
compito di verificare se Elke potrà rappresentare una via di redenzione e
salvezza o – al contrario – una ricaduta, per il protagonista.
Nulla è a caso, in
questo romanzo, a partire proprio dal titolo. La scelta della tinca è
funzionale a tracciare e a sottolineare i contorni di Jonathan, il suo
comportamento, le sue azioni e il suo desiderio di “guarigione”. Il “pesce dottore”
assolverà davvero il compito di “curare” il protagonista o rappresenterà un
silenzioso spettatore degli eventi? Sarà il pretesto per cambiare vita o quello
per ricadere negli stessi errori? Solo una cosa è certa: Jonathan e la “nuvola
di fango” contenuta nel suo acquario hanno molti elementi in comune… Entrambi
sono feriti: l’uno nell’anima, l’altra nel corpo; entrambi soffrono il caldo e
amano il silenzio. Perché il caldo, in questo romanzo, è quasi un personaggio o
quantomeno una presenza decisamente ingombrante. E’ una cappa opprimente che
offusca i pensieri, obnubila la mente, fiacca le membra e il lettore si trova a
patire insieme al protagonista la sensazione di soffocamento.
Nonostante sia un
romanzo d’esordio, “Nuvole di fango” è un piccolo capolavoro. L’autrice –
complice anche la sua professione di psicologa forense – è stata estremamente
abile a raccontare ciò che si cela nella mente di un pedofilo, facendovi
entrare il lettore. In punta di piedi ci immergiamo nei suoi pensieri, ci
troviamo ad osservare coi suoi occhi e a
vivere nella sua pelle ogni istante narrato. Non trapelano giudizi, non
traspaiono “lezioni morali” dalla scrittura di Inge Schilperoord, la quale ha
dimostrato una grande abilità nel raccontare le vicende con un tono scientifico
piuttosto che con uno critico. E’ impossibile percepire il suo biasimo o – al contrario
– la sua compassione verso quest’uomo di cui, però, arriviamo a conoscere
tutto: dall’ansia – soffocante quanto il caldo – alle pulsioni sessuali, dalla
tensione alla paura, dalla rabbia alla tenerezza.
Un romanzo doloroso,
ma intenso e coinvolgente, è proprio il caso di dirlo. Un esordio brillante che in Olanda
ha già riscosso un grande successo diventando un vero e proprio caso editoriale.
Da leggere tutto d’un fiato.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per essere passato/a di qua. Cosa pensi di questo post? Lasciami un commento e ti risponderò al più presto!!!