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sabato 8 aprile 2017

"La signora col cagnolino e le nuove russe con il pitbull" di Antonio Armano. Edizioni Clichy, collana Bastille.



La mia natura è quella di cercare il lato positivo in tutte le letture che affronto, anche – e soprattutto – in quelle letture che non mi hanno fatto vibrare le corde dell’anima. Mi sono ritrovata ad agire in questo modo anche al termine dell’ultimo libro che ho letto. Il libro in questione è “La signora col cagnolino e le nuove russe con il pitbull” di Antonio Armano[1], edito dalla Clichy (Casa Editrice con la quale ho il piacere di collaborare). Sebbene –infatti – sia un libro interessante sotto certi punti di vista, ha anche – a parere mio – molti lati negativi. Partiamo dal titolo. Il titolo (e la collana in cui è inserito questo libro, ossia la Bastille[2]) aveva creato in me l’aspettativa di trovarmi di fronte ad un saggio in cui avrei potuto “assaporare” una sorta di confronto tra la figura femminile (in Russia) al tempo di Čechov[3] e la figura femminile (in Russia) ai giorni nostri. “La signora col cagnolino[4]” è – infatti – il titolo di un racconto dello stesso Čechov. Un saggio – d’altronde – nasce con l’intento di dimostrare o confutare una tesi, pertanto mi aspettavo di trovarmi davanti agli occhi un libro dalle caratteristiche evoluzionistiche in cui si desse prova del cambiamento avvenuto nelle donne dell’ Est (o – più in generale – nei Paesi dell’Est) dal 1900 ad oggi. Quel che ho trovato – invece – è una specie di diario di bordo dell’autore che ci accompagna in una serie di viaggi. Si parte dalla Crimea per arrivare in Bielorussia, per poi spostarsi in Ucraina e tornare in Crimea; slittare a Kaliningrad (Russia), rimettere piede in Ucraina, dirigersi in Lettonia e così via, arrivando a visitare la Repubblica Serba di Bosnia, la Repubblica Ceca e altri luoghi. L’originalità  di questo resoconto itinerante  è che tutti i luoghi toccati  e descritti dall’autore sono raccontati non solo dal suo punto di vista e attraverso la sua personale esperienza, ma anche attraverso i racconti, le vite, le vicende e le opere di scrittori, artisti e filosofi più o meno noti che hanno vissuto, scritto e avuto legami con tali luoghi. Da Čechov a Chagall, da von Rezzori a Kant, passando per molti altri nomi dalla grande rilevanza, Armano ci fornisce molti punti di vista (e questo è sicuramente un lato positivo). Il problema è che ho trovato tutto questo andirivieni piuttosto ricco e – forse proprio per questo – decisamente confusionario. Certo è che “La signora col cagnolino e le nuove russe con il pitbull” non è la solita guida turistica pre-impostata (e tale caratteristica è un altro lato positivo del libro che, in questo modo,  rispetta pienamente i canoni  della Collana Bastille), con i luoghi più belli da visitare messi in primo piano. Non è una guida turistica per turisti di massa fatta di tanti specchietti per le allodole, anche perché Armano ci porta con sé in alberghi senza alcuna dignità, in bettole e luoghi che si avvicinano pericolosamente al termine e alla definizione di “malfamato”. Ci parla di cibo e di bevande tipiche sconosciute ai più; ci fa compiere lunghi viaggi o brevi tragitti su mezzi di trasporto inusuali, ci parla di usanze e di modi di fare di autoctoni e non. Spesso ci narra le loro storie e ce li presenta per tutto ciò che essi sono: uomini e donne con le loro problematiche e i loro pensieri. Le vicende di viandanti e avventori si mescolano alle sue e a quelle dei grandi nomi della storia, della letteratura e dell’arte. Si parla di politica, e di conflitti tra persone e tra Stati. Si parla di Putin, di Ebrei e di lotte tra i popoli; si parla di governi e di Capi di Stato. Un libro ricco – come dicevo – troppo ricco; un libro arricchito ulteriormente da termini o intere frasi in lingua originale e da citazioni. Il fatto è che arricchire troppo significa appesantire!
Ne emerge una Russia spaccata ed ecco che – passatemi questa orrenda battuta – dalla vecchia Unione Sovietica sorge una nuova Divisione Sovietica… Una Russia che sembra quasi non si sia evoluta, ma che – piuttosto – sia rimasta ferma ad un’epoca lontana da noi nello spazio e nel tempo.  ( Da sottolineare, però, il fatto che anche questo aspetto risponde alle richieste della collana in cui è inserito “La signora col cagnolino e le nuove russe con il pitbull”).  Una Russia – sì – umana, ma strana e quasi inquietante, ai miei occhi. Una Russia il cui lato umano è particolarmente visibile nella descrizione che Armano ci fa delle badanti: esse ci vengono presentate come donne dure all’apparenza, ma pervase da un costante dolore interiore. Donne che – ancora oggi – sono vittime di pregiudizi.
Per fortuna – almeno – il linguaggio, lo stile di Armano è divertente e leggero…
Ecco “sfoderati”  i lati positivi e quelli negativi di questo saggio/resoconto. Se leggerete questo libro non dimenticate di farmi sapere la vostra. Vi aspetto!


[1] Antonio Armano: ha iniziato a scrivere viaggiando in Est Europa e coltivando lo studio delle lingue slave (russo e ceco). Ha collaborato con diverse testate, in particolare su temi culturali. Per i venti anni del crollo del Muro ha realizzato un reportage lungo l’ex Cortina di Ferro da Travemünde a Trieste pubblicato dal settimanale polacco Polityka. E’ l’autore del libro-inchiesta Maledizioni. Processi, sequestri e censure a scrittori e editori in Italia dal dopoguerra a oggi, anzi domani, edito da Aragno e ristampato dalla Bur nel maggio 2014, finalista al premio Viareggio.
[2] Collana Bastille: alla Bastille si ispirano i saggi di Edizioni Clichy, scritti politici, teorici, sociali, che esplorano le forme espressive più anarchiche, originali e dirompenti, rivolgendosi a lettori fortemente interessati ai cambiamenti del nostro tempo e alle contraddizioni della modernità, con una particolare attenzione alle marginalità e alle emergenze meno esplorate dalla riflessione “ufficiale”.
[3] Anton Pavlovič Čechov (in russo: Антон Павлович Чехов  ascolta; Taganrog, 17 gennaio 1860 – Badenweiler, 15 luglio 1904) è stato uno scrittore, drammaturgo e medico russo.
[4]  “La signora col cagnolino”:pubblicato per la prima volta nel 1899, è uno dei più celebri racconti di Anton Čechov.

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