“Donne
che corrono coi lupi”
di
Clarissa Pinkola Estés. Edizioni Frassinelli.
PREFAZIONE
“Siamo pervase dalla nostalgia per l’antica natura selvaggia. Pochi
sono gli antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci
di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati
per nascondere i sentimenti. Ma l’ombra della Donna Selvaggia si appiatta
dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti. Ovunque e sempre, l’ombra
che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe”.
CITAZIONI
“Come influisce sulle
donne la Donna Selvaggia? Con lei come alleata, guida, modello, maestra, noi
vediamo non con due occhi ma con gli occhi dell’intuito, che è occhiuto. Quando
facciamo valere l’intuito, siamo come una notte stellata: fissiamo il mondo con
migliaia di occhi”.
“Anche la donna più
repressa ha una vita segreta, con pensieri e sentimenti nascosti che sono
lussureggianti e selvaggi, ovvero naturali. Anche la più prigioniera custodisce
il posto del Sé selvaggio, perché intuitivamente sa che un giorno ci sarà una
feritoia, un’apertura, una possibilità, e vi si butterà per fuggire”.
“Sussurra nei sogni
notturni, si lascia dietro, sul terreno dell’anima di una donna, un capello
ruvido e impronte fangose che ricolmano del desiderio di trovarla, di
liberarla, di amarla”.
“Lei è idee, sentimenti, impulsi e memoria. La si è perduta e
pressoché dimenticata per tantissimo tempo. […] E’ la voce che dice: ‘Da questa
parte, di qua ‘.
E’ colei che tuona contro l’ingiustizia. E’ colei che gira come
una grande ruota. E a fattrice dei cicli. E’ colei che lasciamo a casa affinché
la custodisca. E colei da cui andiamo a casa. E la radice fangosa di tutte le
donne. E’ quello che ci fa andare avanti quando pensiamo di essere finite. E’
l’incubatrice di piccole idee grezze e di accordi. E’ la mente che ci pensa, noi siamo i pensieri che lei pensa”.
“[…] affogate nella routine domestica, nell’intellettualismo,
nel lavoro o nell’inerzia, perché questo è il posto più sicuro per chi ha
perduto i suoi istinti”.
“I lupi sani e le
donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta,
spirito giocoso e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono
curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente
intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del
gruppo. Sono esperti nell’arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono
fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state
entrambe perseguitate, tormentate e falsamente accusate di essere voraci, ede
erratiche, tremendamente aggressive, di valore en inferiore a quello dei loro
detrattori”.
PERCHE’ LEGGERE
QUESTO LIBRO
“Donne che corrono coi lupi” non è un libro
come tutti gli altri. E se state pensando che sia un libro sessista, vi farò
ricredere perché qui dentro c’è tanto sulla donna quanto sull’uomo. E’ un
invito a tutte le donne affinché ritrovino sé stesse e il dualismo insito in
ognuna di esse; dualismo che ormai si è deformato e si è spaccato così tanto da
diventare dicotomia. E’ un invito a fondere e ad amalgamare nuovamente tutte le
sfaccettature che la compongono: quella docile e mansueta con quella selvaggia
e istintuale. La Pinkola Estés si auspica una fine della
repressione/oppressione di cui sono vittime tutte le donne, in favore della
rinascita della natura primitiva celata sotto una spessa coltre di finta
civilizzazione.
Ma questo è – altresì – un invito a
tutti gli uomini perché imparino a comprendere e ad accettare, nonché ad
aiutare a far emergere quella Donna Selvaggia che si nasconde dentro ad ogni
donna, anche alla più mite e sottomessa. Per permettere che ciò accada è
necessario che l’uomo impari a fidarsi del suo opposto/complemento femminile
smettendo di provare sentimenti distruttivi come paura, rancore, invidia o
odio; sentimenti – questi – che portano da secoli l’uomo a sottomettere e ad
opprimere le donne.
La Estés sottintende un fine ancora più
grande e nobile che è quello di vedere riunite in armonia due metà tanto
diverse quanto simili quali sono l’uomo e la donna, il lato maschile e il lato
femminile, Yin e Yang, il bianco e il nero, e così via. Per raggiungere questo
risultato di profondo equilibrio, stabilità e armonia uomini e donne avranno
bisogno di guardarsi dentro, di scavare a fondo nella loro natura e quale
miglior modo esiste per farlo rispetto a quello proposto dalla Estés? L’autrice
ci racconta alcune delle fiabe, delle favole, delle storie popolari e delle
leggende (da Barbablù a Vassilissa, da Scarpette Rosse a La Fanciulla senza
Mani, da La Loba a Il Sarto, passando per Manawee: l’Inno all’Uomo Selvaggio),
svelandone il significato recondito e profondo che esse racchiudono in sé. L’autrice
interpreta con grande precisione ogni dettaglio di questi racconti e dei loro
personaggi portando il lettore non solo a riflettere, ma anche a scavare dentro
di sé e a fare un percorso a ritroso fino a riscoprire ciò che l’uomo e la
donna sono davvero. Un trattato psicologico, un saggio antropologico, un tuffo
nelle profondità del nostro inconscio così complesso e meraviglioso.
Consigliato a chi desidera cambiare la
propria visione della vita e non solo quella; a chi vuole conoscere sé stesso/a
e gli altri; a chi vuole trovare una svolta nell’esistenza umana,
riconoscendole una grossa componente animale.
Veramente molto interessante... lo cercherò nelle librerie. Grazie per aver condiviso con noi il tuo pensiero e le tue sensazioni. Buona giornata!
RispondiEliminahttps://femeieastazi.blogspot.it/
Grazie di cuore Florentina, per aver letto questo post. Spero vivamente che il libro ti piaccia: io l'ho trovato illuminante e istruttivo. Oltretutto mi ha rinnovato dei ricordi che avevo accantonato o perduto nei meandri della memoria; mi ha fornito numerose risposte e mi ha dato il coraggio di osare, di fidarmi di me. Spero che anche per te rappresenti una lettura da portare nel cuore. Ciao e a presto!
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